Teorie dello sviluppo del linguaggio nel bambino
Appunti di psicologia dello sviluppo e dell'educazione, tratti dal manuale di Castelli e Sbattella, Psicologia del ciclo di vita, sullo sviluppo semantico, grammaticale e pragmatico del linguaggio (4 pagine formato doc)
TEORIE DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO NEL BAMBINO: LO SVILUPPO SEMANTICO - Lo sviluppo semantico nel bambino compare quando vengono pronunciate le prime parole.
In una fase iniziale, il bambino pone in essere le cosiddette espressioni olofrasiche, che sono molto contestualizzate ed in cui un unico termine esprime un’intera frase.Leggi anche Lo sviluppo del linguaggio, appunti
In questa fase il bambino non ha ancora appreso il preciso significato delle parole, per cui può compiere errori di sovrageneralizzazione e di sottogeneralizzazione, quando attribuisce ad un termine un significato più ampio di quello comune o quando al contrario una parola viene connotata in modo più restrittivo rispetto al significato attribuito dagli adulti. Vi sono teorie difformi sul modo in cui i bambini formano le categorie dei significati delle parole. Secondo alcuni i bambini creano delle categorie delle parole basandosi sulle somiglianze percettive. Secondo altri, invece, i bambini si basano su un criterio funzionale, per cui classificano gli oggetti in base all’uso che possono farne. Altri autori adottano una visione eclettica, per cui si riferiscono ad entrambi i criteri, percettivo e funzionale.
Bisogna, inoltre, capire quale livello di generalizzazione prenda a riferimento il bambino per nominare gli oggetti. A tale riguardo viene distinto un livello sovra-ordinato (es. mammiferi), da un livello base (es. cane) e da un livello subordinato (es. cocker americano). È stato riscontrato che i bambini di 2-3 anni riescono ad utilizzare solo il livello base, mentre quello sovraordinato comparirebbe intorno ai 6-8 anni.
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TEORIE SULLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: LO SVILUPPO GRAMMATICALE - Lo sviluppo grammaticale avviene attraverso l’affinarsi della morfologia e della sintassi. La morfologia attiene al corretto uso dei prefissi e suffissi mentre la sintassi riguarda la corretta articolazione delle parole in frasi. Tale sviluppo inizia intorno ai due anni di vita e prosegue per l’età scolare dell’individuo.
A metà del secondo anno di età i bambini passano dalle parole olofrastiche alle frasi composte da due parole. Tale capacità non è legata ad un’età ben precisa ma all’ampiezza del vocabolario del bambino.
I bambini durante lo sviluppo grammaticale osservano un andamento irregolare. In un primo momento, infatti, basandosi sull’imitazione, coniugano i verbi in modo corretto. In un secondo momento sovrageneralizzano la regola, applicandola anche ai verbi irregolari. In una fase successiva, infine, imparano l’eccezione e riescono a coniugare il verbo in modo corretto.
Uno studio, criticato perché applicabile solo a bambini inglesi, ha analizzato la comprensione da parte dei bambini di frasi con più parole. Tale studio ha riscontrato che i bambini distinguono tra classe perno, costituita da parole che utilizzano frequentemente all’interno di una frase e classe aperta, in cui rientrano parole utilizzate più variabilmente. In merito a tale argomento uno studio italiano ha dimostrato che i bambini di due anni fanno utilizzo prevalentemente di una struttura della frase nucleare, costituita da predicato verbale, dai suoi argomenti e dall’intenzione della frase. Successivamente, intorno ai 3 anni, i bambini imparerebbero ad utilizzare altri elementi, come ad esempio gli aggettivi.
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TEORIE LINGUAGGIO PSICOLOGIA: SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE VERBALE - Lo sviluppo della comunicazione verbale presuppone l’acquisizione di regole pragmatiche, che consentono al bambino di tenere conto del punto di vista dell’interlocutore e di osservare le regole di conversazione.
Tali abilità si formano dai 3 ai 6 anni, in cui il bambino impara le regole della comunicazione e a tenere conto del punto di vista dell’interlocutore. Piaget, a tale riguardo, riteneva che i bambini non fossero in grado di tenere conto del punto di vista dell’interlocutore sino all’età di sette anni.