Lo sviluppo percettivo
Riassunto sullo sviluppo percettivo, visivo, olfattivo, uditivo e gustativo (2 pagine formato doc)
CAPITOLO 4
1) PROBLEMI METODOLOGICI NELLO STUDIO DELLO SVILUPPO PERCETTIVO
Le conoscenze sulla percezione sono già patrimonio della scienza psicologica da diversi anni, è assai più tardiva invece la conoscenza dello sviluppo percettivo.
Questo è dato dal fatto che è molto più complicato condurre ricerche sui bambini molto piccoli perché non hanno ancora sviluppato il linguaggio, quindi non possono nè capire le istruzioni verbali, nè rispondere; hanno un repertorio limitato di comportamenti e hanno brevi periodi di veglia e di attenzione. Vi sono diversi metodi per studiare lo sviluppo percettivo attraverso il movimento della testa, degli occhi, delle mani, dei piedi e il succhiare. Il paradigma della preferenza visiva, ideato da Fantz, consiste nel presentare due stimoli diversi a un bambino e valutare quale guarda e per quanto tempo. Se ne preferisce uno a un altro, significa che li distingue.
Il paradigma dell’abituazione, invece, consiste nel presentare al neonato uno stesso stimolo più volte fino a quando il neonato riduce la sua risposta allo stimolo (fissando l’oggetto nel caso di stimolo visivo, volgendo il capo nel caso di stimolo uditivo); a quel punto si introduce un nuovo stimolo. Se il bambino mette in atto la stessa risposta comportamentale significa che percepisce lo stimolo diverso dal primo.
Un ulteriore metodo è quello del condizionamento. Si insegna a un bambino a reagire a uno stimolo attraverso il condizionamento, quindi ricompensandolo ad esempio attraverso una carezza. Poi si introduce un nuovo stimolo, se il bambino è in grado di differenziare gli stimoli non risponderà allo stimolo.