Meccanismi di difesa: acting out, acting in e rifiuto di agire
descrizione dei meccanismi di difesa di acting out, acting in e rifiuto di agire, nei bambini piccoli, in adolescenza, in terapia (1 pagine formato pdf)
Meccanismi di difesa: acting out, acting in e rifiuto di agire - ACTING OUT, ACTING IN, RIFIUTO DI AGIRE: L'acting out viene classificato da alcuni teorici come meccanismo di difesa primitivo perché prevede la messa in atto di qualcosa (l'agire) che non ha parole per essere rappresentato, cosa che lo inquadra come il meccanismo prelogico e preverbale per eccellenza.
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I bambini piccoli esprimono infatti stati mentali non verbalizzati con la loro messa in atto. Il
riferimento è all'aggressività: l'acting out è una condotta che può includere qualsiasi sfogo molto emotivo, dirompente, e inaccettabile che sembra essere la reazione del bambino a bisogni insoddisfatti o desideri (sostanzialmente, un capriccio).
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In terapia all'inizio il termine venne usato per indicare una resistenza al trattamento psicoanalitico attraverso la messa in atto di componenti transferali, ed era perciò considerato da Freud come un ostacolo. Col passare del tempo però si è messo l'accento sulla componente comunicativa inconscia del processo dell'agire: agire è un modo per dominare gli affetti sconvolgenti legati a un certo atteggiamento, indica un comportamento indotto dal bisogno inconscio di padroneggiare l'ansia associata sentimenti e desideri ritenuti internamente proibiti. Si riscontra sia negli individui sani che in quelli problematici (personalità compulsive, isteriche, dipendenti).