Psicologia dell'io: Hartmann e Anna Freud

Appunti su Hartmann e Anna Freud e la psicologia dell'io (6 pagine formato doc)

Appunto di martinabriguglio

PSICOLOGIA DELL'IO: HARTMANN E ANNA FREUD

Gli psicologi dell’Io.
L’interesse di questi autori deriva dalla seconda topica freudiana perché era lì che risiedevano le osservazioni freudiane sull’Io. In particolare questi autori studiano le funzioni dell’Io, le caratteristiche dell’Io ma aggiungono un aspetto importante che Freud aveva solo accennato, cioè il ruolo dell’Io nel rapporto con la realtà. Quindi dagli psicologi dell’Io in poi le relazione primarie del bambino diventano estremamente importanti: infatti una delle critiche maggiori rivolte alla psicanalisi è di essere poco concreta e molto astratta. Gli psicanalisti freudiani ritengono che lo scopo della psicanalisi sia di scoprire l’inconscio; gli psicologi dell’Io si dedicano invece soprattutto a ciò che caratterizza la superficie psichica, quindi trattano delle funzioni dell’Io, cioè qualcosa di direttamente osservabile, ma non escludono comunque ciò che è profondo e che Freud chiamava inconscio.
Questo aspetto permette di aprire una serie di teorie che si fondano sull’osservazione diretta: nella psicanalisi il terapeuta lavora sui contenuti mentali che il paziente porta, quindi il terapeuta ascolta; il bambino invece, secondo gli psicologi dell’Io, viene osservato perché le funzioni dell’Io sono degli aspetti visibili dall’occhio clinico.

Hartmann. Heinz Hartmann è il fondatore e uno dei massimi teorici della psicologia dell’Io. Hartmann era uno psicanalista e allievo di Freud: nonostante si sia differenziato da Freud ha una matrice fortemente freudiana, in particolare è uno dei seguaci di Freud favorevoli alla teoria pulsionale. Quello su cui si differenzia Hartmann dal maestro è l’origine dell’Io: Freud diceva che il bambino quando nasce è tutto Es e che quindi Io e Super-Io si formano durante lo sviluppo staccandosi dall’Es; per Hartmann invece l’Io e l’Es si sviluppano entrambi da una matrice comune. L’Io è autonomo dall’Es rispetto a quello che riteneva Freud: per questa ragione si studia l’Io indipendentemente dall’Es. Lo sviluppo dell’Io secondo Hartmann è caratterizzato da tre aspetti fondamentali. Ciò che caratterizza, per prima cosa, lo sviluppo dell’Io è un aspetto biologico-costituzionale, quale l’eredità; l’Io inoltre si sviluppa anche grazie alle pulsioni e in particolare Hartmann fa riferimento alle pulsioni dell’Io e di autoconservazione, piuttosto che a quelle sessuali; infine il terzo elemento che spinge l’Io a svilupparsi è la realtà perché l’individuo per affrontare la realtà stessa s’inserisce in un processo di adattamento: l’Io deve quindi adattarsi al tipo di realtà che trova, e poiché nella prima fase della vita il bambino dipende totalmente dall’ambiente, dalle cure genitoriali in particolare, l’adattamento evolve dopo la maturazione dell’Io e del Super-Io.

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HARTMANN: PSICOLOGIA DINAMICA

Di conseguenza secondo Hartmann l’individuo non cerca più la soddisfazione dei propri bisogni (di natura sessuale) ma una certa gratificazione nel rapporto con la realtà esterna. Questa teoria è molto più personale rispetto alla teoria freudiana perché secondo Freud lo sviluppo era uguale per tutti, tranne qualche rara eccezione; per Hartmann invece lo sviluppo cambia da persona a persona visto che ogni individuo ha una sua costituzione e segue un suo processo di adattamento. Inoltre secondo Hartmann non si può studiare soltanto l’Io come mediatore tra le richieste dell’Es e quelle del Super-Io e come l’istanza che governa le difese ma è necessario poter analizzare anche una parte dell’Io libera da conflitti: Hartmann infatti afferma che una nazione non si conosce solo in tempo di guerra. Secondo Hartmann la parte dell’Io libera da conflitti caratterizza le risorse dei pazienti, adibite all’adattamento all’ambiente.

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PSICOLOGIA DELL'IO: ANNA FREUD

Anna Freud. Anna Freud è figlia di Freud ed è colei che porta avanti la teoria del padre. La sua teoria si fonda sull’analisi dei meccanismi di difesa scoprendone di nuovi, quindi approva quelli del padre ma ne aggiunge di nuovi; inoltre lei si occupa del bambino e il bambino è proprio il paziente. Però secondo Anna Freud il bambino molto piccolo non può esser analizzato.