Gli atteggiamenti

Elementi di Psicologia: Gli atteggiamenti e i pregiudizi e discriminazione (3 pagine formato doc)

Appunto di dariocardinali
Untitled Elementi di Psicologia (11) GLI ATTEGGIAMENTI Pochi concetti hanno avuto in psicologia l'importanza e la popolarità del concetto di atteggiamento.
In passato buona parte della psicologia si è identificata nello studio degli atteggiamenti. In generale per atteggiamento s'intende il complesso di sentimenti a favore o a sfavore di un determinato problema di una persona. Un individuo può essere favorevole all'istituzione del divorzio e nel difenderlo possiamo dire che ha un atteggiamento favorevole verso il divorzio. La stessa persona può essere contro il fascismo e verso coloro che lo sostengono, potremo dire che questa persona ha un atteggiamento negativo verso il fascismo. Una definizione precisa di atteggiamento è senz'altro difficile, infatti, se consultate differenti testi di psicologia che trattano quest'argomento, vi ritroverete con definizioni spesso contrastanti.
Non a caso in un articolo scritto da G.W. Allport nel 1935, riportava ben 16 definizioni di atteggiamento. Per Allport, per esempio, l'atteggiamento è la predisposizione, acquisita attraverso l'esperienza, a dare determinate risposte a situazioni, oggetti o eventi. Per altri l'atteggiamento è il grado di affetto positivo o negativo associato ad un determinato oggetto. In comune tutte le definizioni di atteggiamento hanno la nozione che non sono comportamenti, ma stati interni, o mentali, per che hanno un a spetto affettivo positivo o negativo, cioè favorevole o sfavorevole, e infine che tendono a rappresentare una predisposizione ad agire. Determinare non solo la direzione (verso chi), ma anche il grado (la quantità) dell'atteggiamento di una persona o di una categoria di persone nei riguardi di un certo oggetto, è uno degli scopi fondamentali a cui si sono dedicato gli psicologi che hanno iniziato a misurare gli atteggiamenti. Ma perché la psicologia si è posta il problema di misurare gli atteggiamenti? Non è forse più semplice chiedere ad una persona cosa ne pensa di un determinato evento o persona o anche di un oggetto? Ad esempio: “Che cosa ne pensi della droga?” oppure “Cosa ne pensi di Berlusconi?” Chiedere direttamente comporta però il rischio che la risposta non sia sincera, soprattutto quando l'argomento è abbastanza scottante. Volontariamente o in modo involontario, nell'esprimere la propria opinione nei riguardi di una questione dibattuta, molte persone tendono a moderarsi, nascondere e talvolta anche ad esagerare le proprie posizioni, in ogni caso a dare in molti casi una risposta che lontana dal vero atteggiamento. Agiscono in tale comportamento numerosi fattori, come ad esempio la pressione del gruppo di lavoro, la delicatezza della domanda, il desiderio di cercare di compiacere, o anche, al contrario, di fare un dispetto a chi fa la domanda. Molto spesso esiste una reale difficoltà nell'esprimere le proprie opinioni attraverso un dialogo diretto (come per esempio negli anziani e nei bambini). E' più facile in molti casi esprimere il