Psicologia della Gestalt
Appunti sulla storia della psicologia, in particolare sulla psicologia della Gestalt e i suoi maggiori esponenti: Wertheimer, Kohler, Koffka e Lewin. (file.zip, 7 pag) (0 pagine formato doc)
Mercoledì, 24 Febbraio `99 Gestalt Noi categorizziamo, diamo una forma a ciò che percepiamo del mondo esterno in base a determinate leggi ( vicinanza, somiglianza, chiusura, continuità…).
La cosa fisica è la realtà fisica, ciò che invece noi percepiamo è la realtà fenomenica : non c'è corrispondenza diretta da ciò che io percepisco e la realtà fisica in sé. Già KANT quando aveva distinto il fenomeno dal noumeno aveva proprio detto questo ( però su nessuna base sperimentale) : ciò che io conosco è ciò che risulta dall'interazione tra le mie categorie interpretative e la cosa fisica. A partire dalla discrepanza che esiste tra la realtà fenomenica e quella fisica si è sviluppata la SCUOLA DELLA GESTALT. E' partita dal movimento strboscopico ( movimento apparente ). Nel 1912 WERTHEIMER pubblica in Germania un articolo sul movimento stroboscopico. W. pone una serie di questioni di grande rilevanza psicologica, ma anche filosofica ( perché su una teoria della conoscenza e anche su una teoria del comportamento in generale incide la constatazione del fatto che quello che noi percepiamo non è quello che sta accadendo nella realtà fisica). W. partendo dal movimento stroboscopico dice una serie di cose, in primo luogo : non c'è corrispondenza diretta, immediata tra il piano fenomenico e quello fisico. W. fece un esperimento: con un proiettore illuminava un punto A, poi un punto B; l'osservatore aveva la percezione di un unico punto in movimento. Da ciò se ne può dedurre che non c'è corrispondenza diretta tra piano fenomenico e piano fisico e che la mia percezione non può essere ricondotta alle sue parti costitutive -> immagine del punto A che colpisce la mia retina e l'immagine del punto B che la colpisce nuovamente, la percezione è una cosa diversa da questa, è l'immagine di un unico punto che si sta movendo. Da ciò se ne deduce che il tutto è più della somma delle singole parti. La sensazione era sempre stata considerata come unità minima costitutiva della percezione, che era il risultato dell' assembramento meccanico di queste singole parti minime. Questa concezione di S. deriva dall' empirismo ed è alla base dell'associazionismo, è il presupposto forte del modello di Wundt. Questa concezione associazionista fu anche definita come Teoria del mosaico, oppure Elementismo, e presuppone che qualcosa di complesso possa essere ricondotto alle semplici parti che lo costituiscono. Il complesso è la somma dei singoli elementi semplici, che sono tendenzialmente identici. Non è contemplato il fenomeno dell' interazione, nella quale si genera qualcosa di diverso. Dietro a questa problematica da una parte c'è Kant dall'altra c'è BRENTANO : il comportamento umano si pone su un livello tale di complessità che non può semplicemente essere ricondotto alle componenti fisiologiche. È la pulsione che da senso al comportamento , c'è una dimensione significativa legata alla dimensione dinamica umana, legata allo scopo, all' intenzione. HELMHOLTZ -> “inferenze in