New media, mass media e gli effetti sulla comunicazione

Mass media e mezzi di comunicazione di massa, cosa sono e quali i più usati? Significato ed etimologia dei mass media e della società di massa
New media, mass media e gli effetti sulla comunicazione
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1Mass media: storia e significato

Baseball Magazine, novembre 1927
Fonte: getty-images

L’espressione mass media contiene il termine di origine latina media (al singolare medium) che significa mezzo/strumento. L’espressione si è diffusa in ambito anglosassone e poi internazionalmente. In italiano è traducibile con comunicazione di massa.    

Sebbene i primi mezzi di comunicazione di massa tradizionalmente intesi – cinema, radio e televisione – si siano imposti nel corso del XX secolo, si può parlare di mezzi di comunicazione rivolti a un pubblico largamente esteso anche per alcune innovazioni risalenti a secoli precedenti.    

  1. Il libro. La sua diffusione è legata a una serie di innovazioni tecnologiche fondamentali, la prima delle quali è l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, risalente a metà del Quattrocento.
  2. Il giornale, diffusosi in forma di gazzetta già nel Cinquecento, assunse la veste di quotidiano dalla seconda metà del Seicento. Il primo quotidiano venne stampato a Lipsia nel 1660 (il Leipziger Zeitung). In Italia, il primo giornale fu La gazzetta di Mantova stampata dal 1664; il primo quotidiano, diffuso dal 1765 a Venezia, fu il Diario Veneto. Diffuso inizialmente tra le élites aristocratiche e borghesi, a partire dall’Ottocento, il giornale divenne un prodotto indirizzato anche ad altri strati sociali.

Il passaggio all’elettricità, a metà Ottocento, segnò una importante rivoluzione nella produzione e nella diffusione dei media. Alcune innovazioni fanno parte ancora oggi della nostra quotidianità. Si possono ricordare: 

  • il cinematografo, anticipato da numerosi studi sulla visione di oggetti in movimento e dal cinetoscopio di Thomas Edison, è tradizionalmente associato all’opera dei fratelli Louis e Auguste Lumière. La prima proiezione – brevi documentari di un paio di minuti – si ebbe a Parigi nel 1895.
  • La radio: le prime trasmissioni furono realizzate negli Stati Uniti all’inizio degli anni Venti del Novecento, l’Italia cominciò a trasmettere programmi radio dal 1924.
  • La televisione: i primi programmi televisivi furono trasmessi durante gli anni Venti. La capillare diffusione del mezzo televisivo negli Stati Uniti e in Europa avviene nella seconda metà del Novecento. In Italia i primi programmi, in bianco e nero, furono trasmessi dal 1954.
  • Il calcolatore elettronico, in inglese computer, è una invenzione del XX secolo. Gli sviluppi in ambito informatico e tecnologico hanno permesso che il calcolatore diventasse sempre più sofisticato e che man mano si diffondesse dalle grandi aziende agli utenti comuni, diventando uno dei principali strumenti di comunicazione di massa.

2New media: significato, caratteristiche, classificazione

La rivoluzione informatica e la connessione tra informatica e telecomunicazione hanno impresso una svolta decisiva alla creazione e alla diffusione dei nuovi media. Internet ha trasformato il mondo della comunicazione e ha permesso di innovare profondamente il modo di intendere e fruire i mezzi di comunicazione di massa. Tra i principali nuovi media si possono elencare: 

  • internet (siti, chat, posta elettronica, blog, …);
  • i computer;
  • la tv digitale;
  • la telefonia cellulare.

Queste le caratteristiche principali dei nuovi media:

  • la convergenza: un singolo oggetto risponde a sempre più funzioni e unisce strumenti di comunicazione differenti;
  • la memoria;
  • la velocità e l’assenza di confini delle comunicazioni;
  • la partecipazione dell’utente: l’utente può interagire direttamente con altri utenti, si pensi alle chat, alle e-mail o ai blog, creando comunicazioni uno a uno (ad esempio con le mail) o da molti a molti (come avviene sui blog e nei forum). Per mezzo di internet, l’utente può accedere a una quantità di informazioni impensabile da raggiungere con i vecchi media, avere un ruolo attivo e partecipare a discussioni e a dibattiti. È dunque superata la comunicazione dell’uno a molti, tipica della stampa tradizionale e della televisione, caratterizzata da un tipo di informazione elargito a un pubblico anonimo che non può esprimersi, ma deve limitarsi ad accettare l’informazione e accoglierla passivamente, senza intervenire.

3Effetti dei mass media sulla comunicazione

Il tema degli effetti dei mass media sulla comunicazione e sulla società è largamente dibattuto nelle scienze sociali e in particolare nell’ambito della sociologia. In generale, si è indagato il ruolo dei mass media nell’informare, nel creare un’industria della cultura e dell’intrattenimento, nell’influenzare l’utente nelle sue scelte e nei suoi consumi e si è sottolineata la loro funzione nel veicolare messaggi di propaganda politica. Si sono poi studiati i mass media come elementi in grado di unificare e uniformare gli utenti, ma anche come strumenti in grado di modificare profondamente le relazioni sociali, riducendo e sostituendosi ai contatti personali. 

3.1Effetti apocalittici e integrati

Propaganda nazista, 1993
Fonte: getty-images

Una parte consistente del dibattito si è concentrata sulla contrapposizione tra Apocalittici e integrati, titolo di un famoso libro di Umberto Eco pubblicato nel 1964 che usava i due termini per indicare due atteggiamenti opposti in merito al modo di intendere il rapporto tra società e mass media. Gli integrati sono coloro che evidenziano le potenzialità dei mass media ed enfatizzano l’innovazione tecnologica come strumento imprescindibile nell’informare e nel creare progresso. Gli apocalittici hanno una posizione pessimista e considerano la comunicazione di massa come la premessa di una degenerazione culturale e uno strumento atto a controllare e a omologare gli utenti.  

3.2Effetti potenti ed effetti limitati dei mass media

Il dibattito sui media ha conosciuto diverse fasi:   

1. Tra l’inizio del Novecento e gli anni Trenta le posizioni degli studiosi convergevano nel sottolineare gli effetti potenti dei media. Gli strumenti di comunicazione di massa erano infatti considerati in grado di influenzare fortemente il pubblico, di creare modelli di comportamento, di orientare le opinioni. Corollario di queste posizioni è la teoria ipodermica, in base alla quale i media agiscono sugli utenti in maniera diretta e immediata.   

Gruppo di ragazze che ascoltano la radio all'ospedale pedriatico di Washington, agosto 1924
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2. Negli anni successivi, tra gli anni Quaranta e i Sessanta, si sono diffuse teorie che hanno invece sottolineato come gli effetti dei media siano decisamente più limitati e abbiano un potere ridotto nell’influenzare gli utenti. Gli effetti sono semmai da mettere in collegamento con le reti sociali e con il contesto in cui è immerso il soggetto. 

3. Dagli anni Settanta, le teorie si sono di nuove impegnate a evidenziare gli effetti potenti dei media, misurabili a livello collettivo e sul lungo periodo, in particolare per ciò che concerne le ideologie, le credenze, i valori. Tra le teorie sugli effetti potenti dei media, si possono ricordare: 

Folla a Madrid che legge la notizia della morte del generale Franco, 1975
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1. La teoria dei differenziali di conoscenza, in base alla quale maggiore è la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, maggiore è il divario che separa gli strati sociali più elevati da quelli più bassi. Questi ultimi sono infatti esclusi o possono avere a disposizione con più difficoltà e lentezza tali strumenti. Si crea dunque una cesura tra le diverse possibilità di accedere alle informazioni e una conseguente diversa capacità di gestire le conoscenze. 

2. Modello della spirale del silenzio, in base al quale i mezzi di comunicazione di massa, e in particolare la televisione, ridurrebbero al silenzio e all’assenza di visibilità le posizioni minoritarie. Parimenti, comporterebbero una risonanza sempre maggiore delle posizioni dominanti. È un approccio ritenuto oggi almeno in parte debole proprio perché la tv offre programmi sempre più differenziati e con l’avvento di internet le possibilità di conoscere e di informarsi si sono moltiplicate. 

1. Teoria della coltivazione: è un approccio basato sull’analisi degli effetti cumulativi della televisione sul pubblico fruitore. Si è notato come gli utenti che guardano per un numero elevato di ore la televisione tendano a interpretare la realtà sulla base delle rappresentazioni offerte dai programmi televisivi. La percezione del reale è dunque mutuata da quella rappresentata in tv, considerata in grado di creare delle realtà, delle visioni univoche sul mondo e dei modelli di comportamento. 

2. Teoria dell’agenda setting: è un approccio che analizza la capacità e l’efficacia della televisione nel creare una sorta di agenda, un elenco cioè di tematiche rilevanti da affrontare. Più spazio è concesso a un argomento alla televisione, più esso diviene importante anche per l’utente. È una teoria che sottolinea il potere della televisione nell’influenzare l’utente nella sua possibilità di discernere tra ciò che è importante e ciò che non lo è e nella sua capacità di attribuire un grado di rilevanza e urgenza a fatti del reale, considerati prioritari se rappresentati in televisione. 

3.3Teoria della persuasione e degli effetti limitati

Alla teoria ipodermica seguono quelle della persuasione e quella degli effetti limitati, secondo cui fra lo stimolo dei mass media e la risposta dell’utente c’è una resistenza. Nella teoria della persuasione tra lo stimolo e la risposta il filtro è costituito dall'organismo, ovvero dalla specificità dell'individuo, con tutte le sue caratteristiche psicologiche. I messaggi persuasivi possono dunque modificare l'atteggiamento, inteso come la predisposizione acquisita ad agire in un certo modo.
Per la teoria degli effetti limitati, la comunicazione di massa è strettamente connessa alle comunicazioni non mediali interne alla struttura sociale e le audiences rispondono in maniera diversa alle attese degli emittenti. Il modello segue dunque questo ordine: media-opinion leader (o altri contatti) - audience.

4La cyber-balcanizzazione: significato e caratteristiche

Negli ultimi anni, gli studiosi hanno sottolineato il rischio di cyber-balcanizzazione che deriverebbe dall’uso dei new media. Con questa espressione si indica la tendenza a fruire e a prestare attenzione solo a ciò che già in partenza l’utente condivide e considera valido. Su internet, ad esempio, la tendenza generale è quella di consultare esclusivamente pagine e siti che presentano informazioni sulle quali si è già concordi. Il modo di consultare internet ridurrebbe le possibilità di un confronto, poiché gli utenti cercano ciò a cui sono affini e che è conforme alle loro posizioni, evitando invece il confronto, il dibattito e anche il conflitto, tratti intrinseci dalla realtà concreta al di là dello schermo. 

5Guarda il video: cos'è la comunicazione?

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