La Tragedia
Concezione della tragedia di Aristotele. (file.doc, 1 pag) (0 pagine formato doc)
Untitled LA DFEFINIZIONE DI TRAGEDIA SECONDO ARISTOTELE Definizione della tragedia; suoi elementi costitutivi.
Dalla mimesi in esametri e della commedia dirò di più avanti; parliamo ora della tragedia e anzitutto riassumiamo quella definizione della sua essenza che risulta dalle cose già dette. Tragedia dunque è mimesi di un'azione seria e compiuta in se stessa, con una certa estensione, in un linguaggio abbellito di varie specie di abbellimento, ma ciascuno a suo luogo nelle parti diverse, in forma drammatica e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto, di sollevare l'animo da siffatte passioni. Questo testo permette di orientare la sua riflessione su aspetti significativi di poetica: l'unità e la lunghezza dell'azione,che poi sono diventate “regole” dell'interpretazione dei critici cinquecenteschi; gli elementi che portano l'azione alla soluzione: la peripezia, cioè > ( Aristotele); il fine della tragedia classica, la cosiddetta catarsi, il sollevare l'animo dalle passioni sulla catarsi ( fine morale o piuttosto fine estremo? ) si potrebbe aprire un dibattito con la classe. Elementi costitutivi della tragedia: prologo parodo episodi stasimi ( canti del coro ) esodo ( canti finali del coro ) La rappresentazione era scandita in cinque episodi, dove vi erano due o tre attori, un protagonista, un dentaragonista e il tritagonista. Il coro era un personaggio del dramma, in un certo senso era il primo spettatore. La tragedia era ispirata da tre unità: Unità di tempo: le vicende dovevano durare al massimo ventiquattro ore, perché ci fosse una certa coincidenza tra tempo del racconto e tempo della storia. Unità di luogo: non erano ammessi mutamenti di scena, quindi la vicenda si svolgeva sempre nello stesso spazio o luogo. Unità di azione: la tragedia doveva presentare un'unica vicenda