Storia della globalizzazione

La storia della globalizzazione: significato, cause, conseguenze, effetti e organizzazioni internazionali (4 pagine formato doc)

Appunto di giulyped

GLOBALIZZAZIONE STORIA

La globalizzazione.

La globalizzazione è un processo per il quale si tende ad abbattere le frontiere e a costituire un unico mercato planetario, che interessi appunto il globo. La prima spinta verso la globalizzazione si può far risalire a quando l’uomo ebbe colonizzato tutte le terre abitabili del pianeta. Fu importante anche il superamento del feudalesimo medioevale con la conseguente ricerca di nuovi mercati.
Ciò portò alla scoperta di nuove terre, che furono drasticamente adattate al sistema economico e culturale europeo. Anche la rivoluzione industriale rafforzò questo processo: da una parte c’erano i paesi industrializzati (centro), dall’altra la periferia, che forniva ai primi materie prime a basso costo ed era indipendente da essi. Nel ‘900 diversi fattori posero le basi al consolidamento della globalizzazione, per esempio i cambiamenti avvenuti a livello produttivo favoriti dalla diffusione dei mezzi di comunicazione, l’ingresso a livello economico mondiale degli USA.
Con la scomparsa del socialismo, l’economia di libero mercato ha ripreso ad alimentare il processo di globalizzazione a livello planetario. Infine il sorgere di molte associazioni economiche (es: UE) è utile per meglio affrontare la competizione globale.

GLOBALIZZAZIONE STORIA ECONOMICA

Fattori della mondializzazione. L’attuale livello di globalizzazione è dovuto allo sviluppo di trasporti e telecomunicazioni e alla liberalizzazione dei commerci e degli investimenti finanziari. Il trasporto merci è stato rivoluzionato dai container, che permettono di trasferire da un vet-tore all’altro la merce risparmiando così tempo e costi. Il trasporto delle persone è stato invece rivoluzionato dall’aereo, con cui si può raggiungere qualsiasi località in non più di un giorno.
Le telecomunicazioni consentono di trasferire immagini, news, ecc. in tempi sempre più rapidi grazie ai satelliti, alla telefonia mobile. Una rivoluzione è anche lo sviluppo dell’elettronica e dell’informatica. La telematica (sistema che combina le potenzialità delle telecomunicazioni con quelle dell’informatica) ha portato alla riduzione degli spostamenti delle persone e al telelavoro e ha favorito il decentramento degli impianti di produzione.
La diffusione di questi sistemi di comunicazione ha portato alla diffusione delle multinazionali che hanno la casa madre in un paese sviluppato e filiali in tutto il mondo. La loro azione è stata accompagnata dalla liberalizzazione dei commerci e dei flussi finanziari. La riduzione dei vincoli legislativi e delle barriere doganali e fiscali permettono di spostare in tempo reale enormi volumi di denaro con rapidi ordini impartiti con mezzi telematici.

Globalizzazione economica: commento

EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE

L’organizzazione mondiale degli spazi industriali. Nel “sistema mondo” i paesi stanno su piani diversi in base al loro potere economico.
Sono divisi in 3 gruppi:

  1. Centro: paesi a industrializzazione matura (Europa – soprattutto Germania, USA, Giappone), con industria sviluppata in tutti i settori, detenzione del monopolio delle multinazionali, presenza delle maggiori città mondiali, forte settore terziario avanzato e quaternario. Detengono il potere economico, commerciale, finanziario, politico, monopolizzano ricerca scientifica e comunicazioni a livello mondiale. A livello poco inferiore ci sono gli altri stati dell’Europa occidentale e l’Australia. Il ruolo di alcuni paesi europei (appartenenti all’UE) sarà rafforzato quando si realizzerà l’unione monetaria.
  2. Semiperiferie: paesi emergenti. Alcuni paesi del Terzo Mondo, grazie al decentramento industriale operato dai paesi sviluppati o alla nascita di forme d’industrializzazione autoctone, si stanno evolvendo. I NIC (new industrialized countries) come i paesi del Sud-Est asiatico e America Latina (meno dinamici) si sono affacciati sul panorama industriale contemporaneo. I settori verso cui sono orientati sono il tessile e meccanico. I “Quattro Dragoni” (Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Hong Kong), più evoluti, si occupano anche di elettronica. Ultimamente, sta emergendo anche la Cina. Lo sviluppo di alcuni dinamici stati dell’Asia orientale è dovuto al pesante orario di lavoro, ai bassi salari e all’operato dei governi che hanno costruito infrastrutture, hanno concesso agevolazioni fiscali agli investitori, ecc. Mentre i paesi asiatici puntano sul loro sviluppo sulle esportazioni, quelli latino-americani puntano sulla sostituzione delle importazioni con le produzioni interne. Altre semiperiferie: paesi ex-socialisti. A parte ricerca spaziale e armamenti, i settori dell’industria leggera erano rimasti penalizzati. Con la crisi del socialismo sono avvenute molte trasformazioni anche se non sufficienti per rendere competitive le produzioni su scala mondiale. Migliori risultati: Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e anche Slovenia e Croazia. No la Russia.
  3. Periferie: paesi economicamente più arretrati. Paesi in via di sviluppo (stati asiatici co-me Iran, Iraq, africani come Egitto, Algeria, americani come Venezuela, Colombia), ricchi di materie prime o petrolio che hanno in parte le tecnologie per sfruttarle. Quarto Mondo (Africa ma anche Asia e America Latina), con unità produttive piccole, gestite a livello familiare. Essi esportano materie prime e forniscono manodopera ai paesi più sviluppati.