I periodi dell'arte greca

I periodi dell'arte greca (arcaico, classico ed ellenistico): caratteristiche principali (4 pagine formato doc)

Appunto di lorenzciocca

ARTE GRECA PERIODI

L’arte greca.

Le date. L’arte greca si è soliti dividere in tre periodi:
•    Periodo arcaico: 650 – 480 a. C. Questo periodo vede sorgere i due temi basilari dell’arte greca, cioè la statuaria e l’architettura del tempio; ed è tutta improntata a una visione severa, robusta essenziale delle forme, che già intorno al 500 a.C. ha assunto la sua forma definitiva.
•    Periodo classico: per alcuni studiosi è limitato agli anni dal 480 al 450, oppure comprende tutto il V secolo; per altri si estende sino al 323.
Questa età vede dapprima Atene nella fase del suo massimo fulgore politico e artistico e poi, con l’avvento di Filippo e di Alessandro Magno, la fondazione dell’impero macedone e l’unificazione delle città greche, nonché l’espansione della cultura ellenica nelle provincie orientali. Tra le più celebri opere di scultura ricordiamo il Doriforo di Policleto, il Discobolo di Mirone, il Poseidon dell’Artemisio, i bronzio di Riace, le sculture del Partenone
•    Periodo ellenistico: dalla morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a. C. alla definitiva sottomissione della Grecia a Roma (31 a. C. battaglia di Azio). Periodo contrassegnato da un accentuarsi di quella varietà di aspetti  della civiltà greca, che nasce dalla fusione con altre civiltà mediterranee ed orientali ormai raggiunte dalla sfera dell’influenza ellenica in seguito alle conquiste di Alessandro Magno e alla sempre più intensa rete di rapporti commerciali. Nell’architettura monumentale gli esempi maggiori si hanno in Grecia, in Asia Minore, Egitto Africa settentrionale, Italia; nella scultura gli esempi più celebri sono la Nike di Samotracia, il Lacoonte, la Venere di Milo, il Torso del Belvedere.

Elementi essenziali dell'arte greca: ricerca per scuola media

ARTE GRECA PERIODO ARCAICO

I TRE PERIODI. Età arcaica. Il tempio
Viene concepito come la dimora del dio e si compone dapprima di una semplice cella rettangolare con un breve atrio a colonne (pronao) sulla sola facciata principale.. il tetto è a due spioventi che determinano sulle due facciate una spazio triangolare (timpano) spesso decorato con statue o altorilievi (frontone).
Intorno al VI secolo, si inizia a circondare la cella con una e poi anche con due file di colonne, secondo quello schema considerato il più tipico del tempio greco. Sin dai tempi più antichi si distinguono i due stili fondamentali quello dorico e quello ionico: il primo prevalente nelle isole, nel Peloponneso e nella Magna Grecia; il secondo, nell’Egeo orientale, nell’Attica e nell’Asia Minore. Così il tempio dorico presenta colonne massicce di largo diametro che si restringono verso l’alto percorse da ampie scanalature e coronate da un capitello alquanto semplice, primitivo, rozzo solo in apparenza ma che sprigiona un effetto di robustezza.