La società dei consumi e la pubblicità

Appunti sulla nascita della società dei consumi e la pubblicità: le tecniche di persuasione e l'influenza della pubblicità sulle persone, in particolare sui giovani di oggi (6 pagine formato doc)

Appunto di greta

LA SOCIETA' DEI CONSUMI E LA PUBBLICITA'

La società dei consumi e la pubblicità.

Nelle culture contadine quasi tutto ciò che si usava e consumava trovava modo di essere riutilizzato. In un modo o nell’altro i rifiuti rientravano nel circolo della vita, venivano destinati a nuovi usi e a nuovi consumi. In un mondo povero, in cui produrre e costruire era cosa difficile e impegnativa, ogni oggetto era dotato di un suo valore che portava a conservarlo, a farlo partecipe dell’esistenza delle persone.
Con l’avvento della società industriale la sempre maggiore facilità di produzione e disponibilità di tutti gli oggetti ha modificato il rapporto con le cose. Lo sviluppo illimitato divenuto sola regola dell’economia ha dato luogo a un rapporto immediato tra produzione degli oggetti, loro consumo e loro distruzione.

(Il processo incessante di sviluppo ha causato l’inquinamento e la saturazione della produzione.)

La nascita della società dei consumi: tesina maturità

INFLUENZA DELLA PUBBLICITA' SULLE PERSONE

L’espansione economica e lo sviluppo tecnologico creano sempre nuovo benessere e nuove possibilità di vita, ma nello stesso tempo danno luogo a sempre più numerosi scarti e residui, ad un accumulo di cose inservibili. All’affacciarsi continuo di nuove cose si collega il moltiplicarsi dei rifiuti, dell’immondizia, della spazzatura. Come accade a una delle “città invisibili” di Italo Calvino, sembra che le nostre città vivano per far crescere intorno a loro e dentro di loro cumuli sempre più estesi di immondizie.
Qualcosa di analogo accade nell’ambito dell’estetica, della comunicazione, della cultura, dove le informazioni, le immagini, i miti e le mode si consumano con sempre maggiore velocità. Il mondo della cultura è come un immenso serbatoio di rifiuti, dove si confondono le esperienze autentiche e quelle volgari, banali, degradate, dove tutto è accomunato dallo stesso destino di essere usato e gettato via.

Tesina maturità sul consumismo

L'INFLUENZA DELLA PUBBLICITA' SUI GIOVANI

In questa situazione l’arte d’avanguardia ha più volte assunto dentro di sé gli oggetti di scarto, le cose più banali e degradate quasi sacralizzandole, con l’intenzione di riscattare il valore di ciò che si perde o con quella di mostrare che l’accumulo infinito degli oggetti ha ormai contaminato per sempre le forme artistiche. Con questi intenti, che comunque erano di tipo critico, nel corso di questo secolo gli artisti hanno raccolto più volte ciò che in inglese si chiama trash: spazzatura, cose gettate via, residui e frammenti banali e volgari.
Nella nostra società della comunicazione globale si sta diffondendo una curiosità sempre più morbosa per tutti gli scarti della comunicazione, per le forme di spettacolo e di comportamento più degradate, per tutto ciò che appare ottuso, demenziale, violento. Con una buona dose di nichilismo, pretendendo che questo sia l’unico orizzonte capace di rivelare l’essenza del nostro presente, sono all’opera molti cultori del trash, intenti a raccogliere quanto di peggio la cultura di massa produce, consuma e getta via.
Gli anni Cinquanta e Sessanta, consumatisi gli entusiasmi post-bellici, furono caratterizzati dall’incalzare di uno sviluppo tecnologico ed industriale dirompente, che influenzò in profondità le ideologie, i valori, i modi di vita dei popoli. Meccanizzazione ed automazione diffusero il mito consumistico, inteso come partecipazione competitiva al benessere e al possesso di alcuni beni, quali  automobile, televisore, denaro, ecc., divenuti veri e propri “status-symbol”, simboli di prestigio sociale.

Il boom economico e la nascita della società dei consumi: tesina

TECNICHE DI PERSUASIONE NELLA PUBBLICITA'

In questa grande corsa al mito del benessere e del consumo, appoggiata dai potentissimi mezzi di comunicazione di massa, si crearono profondi squilibri tra paesi ad avanzato sviluppo e paesi sottosviluppati; fortemente diseguale iniziava ad essere anche la distribuzione della ricchezza e del benessere all’interno degli stessi paesi più industrializzati. D’altra parte, il neocapitalismo industriale, attraverso meccanismi di integrazione e persuasione, tendeva a stritolare sempre più l’uomo nella sua morsa alienante, trasformandolo in un uomo smarrito di fronte al “labirinto” della società altamente industrializzata, in un uomo-massa, anonimo e disponibile al consumo.
Consumismo”, quindi, è il termine con cui si suole indicare il fenomeno economico più appariscente e, sotto molti aspetti, inquietante della nostra epoca, presso quelle società, tra le quali anche la nostra, dove non è lo Stato a decidere che cosa produrre e che cosa non produrre, ma tutto è lasciato all’iniziativa individuale.