Bilancio dello stato

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Descrizione dettagliata della manovra di bilancio (14 pagine formato doc)

Struttura del bilancio
Le unità elementari del bilancio oggetto di votazione da parte delle Camere (unità di voto) sono le tipologie di entrata e i programmi di spesa.
Ciò vuol dire che vengono sottoposte analiticamente all’approvazione del parlamento le scelte politiche riguardanti, da un lato, i diversi tipi di tributi o altri proventi a cui il governo intende attingere per acquisire risorse e, dall’altro, le aree omogenee di attività a cui in concreto le risorse sono destinare.
Entrate
Le entrate dello Stato si suddividono in titoli, entrate ricorrente e non ricorrenti, tipologie, categorie, capitoli.


Titoli 
I titoli distinguono le entrate secondo il tipo di fonte e sono quattro:
Entrate tributarie: sono costituite dalle imposte e dalle tasse applicate dall’amministrazione statale, o mediante la ordinaria gestione dei tributi o a seguito delle specifiche attività di controllo svolte dagli uffici fiscali;
Entrate extratributarie: vi sono compresi introiti di varia natura quali le rendite degli immobili, le multe e le altre sanzioni pecuniarie applicate per reprimere gli illeciti, i dividendi, gli interessi attivi ecc.;
Entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali ed entrate per riscossione di crediti: sono queste le entrate in conto capitale, rappresentate dai proventi della vendita d’immobili o titoli e dalla restituzione dei crediti concessi dallo Stato a soggetti pubblici e privati;
Entrate per accensione di prestiti: provengono dalla gestione del debito pubblico.


Le entrate dei primi tre titoli, nel loro insieme, costituiscono le entrate finali; quelle del quarto titolo, invece, hanno carattere strumentale in quanto servono a colmare il deficit che si crea quando le entrate finali sono insufficienti a coprire le spese.
Entrate ricorrenti e non ricorrenti
La distinzione tra ricorrenti e non ricorrenti distingue le entrate secondo il criterio di continuità.
Sono ricorrenti le entrate previste “a regime” (cioè in via ordinaria con riferimento a ciascun esercizio); sono non ricorrenti le entrate previste “una tantum” (cioè limitatamente a uno o più esercizi determinati).
Ad esempio, le imposte sui redditi o l’Iva sono entrate tributarie ricorrenti; i dividendi, gli interessi o altri redditi di capitale sono entrate extratributarie ricorrenti; i proventi dei condoni fiscali sono entrate tributarie non ricorrenti;i ricavi dell’alienazione di beni patrimoniali sono entrate non ricorrenti.


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