Desertificazione: cause e conseguenze

Desertificazione: caratteristiche, cause e conseguenze e possibili rimedi al fenomeno di degrado del suolo nelle zone aride

Desertificazione: cause e conseguenze
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Desertificazione

Desertificazione: cause e conseguenze
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La desertificazione è un fenomeno di degrado del suolo delle zone aride, semiaride e subumide, dovuto a una combinazione di fattori climatici e antropici, che consiste sostanzialmente in una progressiva riduzione della capacità degli ecosistemi di sostenere la vita animale e vegetale.

Cause della desertificazione

Essa è il risultato di una serie di processi che interessa tutte le zone, aride e non solo aride, del pianeta e che comprende l'erosione eolica e idraulica, la sedimentazione dei materiali erosi, la progressiva riduzione del numero di specie vegetali presenti in una data area, la salinizzazione del suolo e la mineralizzazione dell'humus. E provoca una progressiva riduzione dello strato superficiale del suolo e della sua capacità produttiva.

 L'eccessivo sfruttamento dei terreni da pascolo è una delle cause principali della desertificazione: quando la quantità di bestiame è superiore alla possibilità di offerta che i pascoli possono sostenere, ha inizio il degrado del territorio. Alle specie vegetali perenni si sostituiscono presto specie annuali e arbusti poco graditi al bestiame, e successivamente scompaiono le specie erbacee; il calpestio degli animali distrugge inoltre quel poco che rimane e il suolo resta così soggetto all'azione erosiva dei venti e delle acque. In modo analogo, l'eccessivo sfruttamento dei terreni agricoli porta a un impoverimento progressivo dei terreni che, una volta esaurita la propria riserva di sostanze nutritive, rimangono esposti agli agenti meteorologici e vanno quindi soggetti a erosione. Il processo di desertificazione può essere provocato inoltre dall'indiscriminato abbattimento del manto forestale o dalla cattiva gestione dei sistemi di irrigazione, che in molte regioni è causa della salinizzazione dei terreni. 

I terreni che non vengono lasciati riposare o vengono lavorati troppo in profondità con mezzi meccanici e quelli coltivati a monocoltura, perdono progressivamente la propria fertilità e possono andare soggetti a fenomeni di erosione.

Una delle principali cause della desertificazione di vaste aree è l'abbattimento delle foreste per creare spazi da destinare all'agricoltura e alla pastorizia e per reperire legna da ardere (pratica diffusa in molte regioni aride dei paesi in via di sviluppo): è il caso del Sahel, del Burkina, Dakar nel Senegal, e Khartoum nel Sudan. E’ evidente che gli interventi dell'uomo sull'ambiente sono responsabili della desertificazione di alcune regioni. le conseguenze si riflettono sia sull’ecosistema che direttamente sulle condizioni di vita umana, per esempio accrescendo l’incidenza di povertà, carestie, migrazioni, tensioni politiche, economiche, sociali.

Desertificazione: zone principali

Secondo le Nazioni Unite, sono circa 110 i Paesi affetti da desertificazione. Il fenomeno viene spesso associato all'idea di dune sabbiose che avanzano, divorando aree verdi e fertili. In realtà riguarda anche aree fortemente irrigate o situate a latitudini ben lontane dalle regioni desertiche. Il problema è particolarmente grave in Africa e nei Paesi in via di sviluppo di Asia,in Cina, America Latina e Caraibi, Stati Uniti, Australia, Europa meridionale e orientale sono direttamente interessati al fenomeno. In Europa in particolare interessa con intensità ed estensione diverse i paesi europei che si affacciano sul bacino del Mediterraneo tra cui le regioni dell'Italia meridionale ed insulare.

In Italia e nei paesi sviluppati in genere, il contesto della lotta alla desertificazione è naturalmente molto diverso da quello dei Paesi in via di sviluppo ove il problema si pone in termini di sopravvivenza e si cerca di trovare una soluzione che sia un'alternativa all'emigrazione ed all'abbandono del territorio.

Possibili soluzioni

Il prezzo per arrestare l’avanzata del deserto non supererebbe i 2,5 miliardi di dollari l’anno. Tuttavia i fondi messi a disposizione finora dai paesi industrializzati e in via di sviluppo non arrivano ad un quarto di tale cifra. Uno dei motivi principali del fenomeno è che le persone colpite non hanno il minimo peso sociale, in quanto vivono in terre improduttive e non hanno alcun’influenza nell’ambito della struttura politico-economica dei loro paesi. Si tratta per lo più di contadini la cui economia è sussistenza e che non hanno voce nelle decisioni politiche. I leader nazionali sanno che questa gente non rappresenterà mai una minaccia per il sistema, se ignorando le sue esigenze.

I governi decidono di spendere anche molti soldi nelle zone aride solo, quando nascono problemi di tipo diverso. Nel corno d’Africa, per esempi, verso la fine degli anni sessanta contadini poverissimi dell’Etiopia e della Somalia cominciarono a dirigersi verso le terre semideserte dell’Ogaden. Quando le due parti si scontrarono per conquistare nuovi spazi vitali, scoppiò una guerra i frontiera. In condizioni normali quel territorio coperto di arbusti sarebbe stato ignorato dal resto del mondo. Ma poiché si trovava molto vicino alle rotte petrolifere del golfo investirono un sacco di soldi in armamenti. Quei soldi sarebbero più che bastati a ridare vitalità alle terre degradate dei due paesi, e ad arrestare il processo di desertificazione lungo gran parte dell’intera frontiera del Sahara.

Alcune particolari ed utili iniziative hanno, però contribuito a frenare il processo di desertificazione: in alcune regioni poste ai margini del Sahara, ad esempio, sono state impiantate "cinture vegetali" formate da schiere di alberi particolarmente resistenti: nel Sahel tale pratica ha consentito di strappare alla desertificazione 620 ettari di terreno (60 dei quali sono stati addirittura recuperati all'agricoltura) e di salvare alcuni villaggi che altrimenti sarebbero scomparsi.

Le soluzioni al problema più utilizzate si basano soprattutto sul coinvolgimento delle comunità locali, al ripristino di preziose pratiche tradizionali e alla rivalutazione del ruolo delle comunità rurali per evitare il degrado del territorio. Inoltre, mentre in passato si tendeva a cercare soluzioni di tipo prevalentemente tecnico, oggi si tende ad affrontare la globalità del problema, spesso strettamente associato alla continua crescita demografica, nonché a fattori di natura politica e socioeconomica.

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