Teoria delle comunicazioni di massa
Sintesi del testo di Sara Bentivegna:"teoria delle comunicazioni di massa" (testo d'esame di sociologia della comunicazione" sociologia di trento (7 pagine formato doc)
La
società di massa
Gili (1990) definisce la società di massa come una "società in cui le istituzioni relative ai diversi sottosistemi sociali (economico, poitico-amministrativo, del diritto, dell'educazione, della comunicazione sociale, ...) sono organizzate in modo tale da trattare con vasti insiemi di persone considerate come unità indifferenziate di un aggregato o ‘massa'". Tratto tipico delle società di massa è la differenziazione funzionale, sono, cioè, società composte ‘atomisticamente' di individui che non appartengono più integralmente ad un certo segmento o status sociale, ma dispongono dell'accesso ai diversi sistemi differenziati, anche se solo per funzioni specifiche, di volta in volta rilevanti nella loro vita. Tale differenziazione funzionale della società è propria delle società moderne, cioè l'organizzazione sociale nata con le profonde trasformazioni economiche, culturali e sociali avviate alla fine XIX sec. (profonde trasformazioni connesse al fenomeno dell'industrializzazione).
C.H.Saint-Simon (1760 - 1825; considerato il padre del socialismo moderno e della sociologia positivista) fu tra i primi ad interrogarsi sulla società che lentamente andava modificandosi e ad offrire una nuova chiave di lettura. Egli elabora il concetto di "società organica", cioè una società equiparata a un organismo all'interno del quale tutti i soggetti non sono che parti. L'equilibrio dell'organismo si ha dal contemporaneo sviluppo di tutti i suoi elementi (se muta uno solo di essi, si verifica uno squilibrio). La ‘fisiologia sociale' di Saint-Simon considera le differenziazioni delle parti all'interno dell'organismo sociale come qualcosa di inevitabile, che può essere controllato su basi scientifiche = la società è composta da parti separate che si ricompongono e trovano una loro armonia in uno sviluppo complessivo. D'altro canto, sarà proprio l'accentuazione della differenziazione tra le parti a costituire la base per l'elaborazione di una teoria della società di massa.
Gili (1990) definisce la società di massa come una "società in cui le istituzioni relative ai diversi sottosistemi sociali (economico, poitico-amministrativo, del diritto, dell'educazione, della comunicazione sociale, ...) sono organizzate in modo tale da trattare con vasti insiemi di persone considerate come unità indifferenziate di un aggregato o ‘massa'". Tratto tipico delle società di massa è la differenziazione funzionale, sono, cioè, società composte ‘atomisticamente' di individui che non appartengono più integralmente ad un certo segmento o status sociale, ma dispongono dell'accesso ai diversi sistemi differenziati, anche se solo per funzioni specifiche, di volta in volta rilevanti nella loro vita. Tale differenziazione funzionale della società è propria delle società moderne, cioè l'organizzazione sociale nata con le profonde trasformazioni economiche, culturali e sociali avviate alla fine XIX sec. (profonde trasformazioni connesse al fenomeno dell'industrializzazione).
C.H.Saint-Simon (1760 - 1825; considerato il padre del socialismo moderno e della sociologia positivista) fu tra i primi ad interrogarsi sulla società che lentamente andava modificandosi e ad offrire una nuova chiave di lettura. Egli elabora il concetto di "società organica", cioè una società equiparata a un organismo all'interno del quale tutti i soggetti non sono che parti. L'equilibrio dell'organismo si ha dal contemporaneo sviluppo di tutti i suoi elementi (se muta uno solo di essi, si verifica uno squilibrio). La ‘fisiologia sociale' di Saint-Simon considera le differenziazioni delle parti all'interno dell'organismo sociale come qualcosa di inevitabile, che può essere controllato su basi scientifiche = la società è composta da parti separate che si ricompongono e trovano una loro armonia in uno sviluppo complessivo. D'altro canto, sarà proprio l'accentuazione della differenziazione tra le parti a costituire la base per l'elaborazione di una teoria della società di massa.