Globalizzazione e disuguaglianze: ecco perché

La globalizzazione aumenta le disuguaglianze? Secondo qualcuno sì. Ecco quali sono gli elementi che aumentano le disparità fra le persone

Globalizzazione e disuguaglianze: ecco perché
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GLOBALIZZAZIONE E DISUGUAGLIANZE

Globalizzazione e disuguaglianze
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Luciano Gallino analizza il comportamento dei sociologi nei confronti della globalizzazione nei vari settori, culturale, sociale, economico e politico. L’autore, analizza con realismo comune e con una particolare vivacità, le caratteristiche della globalizzazione fondata sul paradigma del mercato.

Quest’ultimo va analizzato nelle sue concezioni sociologiche, economiche e politiche. Con una definizione di Max Weber, il mercato rappresenta un insieme e una successione di associazioni razionali, ove il mercanteggiare si conclude con la consegna di uno o più beni, considerati oggetti dello scambio.

Nell’analisi economica, c’è da considerare che questo scambio di beni, non avviene più per baratto, bensì con la circolazione della moneta. Quindi, non si può parlare di mercato, se non c’è moneta e soprattutto se non c’è Stato.

IL MERCATO

L’ultima definizione di mercato consiste nell’indicare che il mercato stesso è un’istituzione politica, dove la classe dei politici provvede a eliminare le norme che ostacolano lo sviluppo del mercato.

In generale, il mercato è un’istituzione sociale, che attraversa tutti i sotto-sistemi e gli individui che ne fanno parte.

Il mercato, oltre ad essere un sistema informativo, è anche un regolatore sociale. Con questa concezione, bisogna sottolineare che l’informazione è indispensabile, soprattutto per i produttori, per valutare le caratteristiche e la disponibilità dei beni che la popolazione domanda.

Con l’avvento dell’informatica, che ha generato lo sviluppo di tecnologie come Internet, si è avuto un processo avanzato di comunicazione e di informazione attraverso l’applicazione delle NICT, New Information and Telecommunication Technologies, per quale ha segnato profondamente il contesto societario, annullando le dimensioni spazio-temporali e apportando un’astrattezza degli scambi assoluta, in quanto snodata da riferimenti concreti e percepibili di effetti per individui, stati e società.

Il cyber-mercato è un sistema informativo che opera ad altissima velocità e densità di messaggi, e a elevata frequenza di registrazioni durevoli. Con il mercato elettronico, quindi, si ha il trasferimento dell’oggetto richiesto da un punto all’altro del globo e il pagamento viene reso possibile da una serie di bit nella memoria di un computer.

GLOBALIZZAZIONE E LOCALIZZAZIONE

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Nel rapporto tra stato e mercato bisogna indicare un ruolo e le differenze per entrambi. Il mercato presuppone l’espressione di libertà, come la parola, il movimento e l’associazione, mentre lo stato è un attore sociale che occupa una posizione rilevante nella creazione del mercato.

Lo stato si impegna a costruire il mercato, a livello politico-economico, preoccupandosi di rimuovere ostacoli illeciti, anche se nello stesso ciber - mercato questo risulta difficile.

Gallino analizza soprattutto la relazione tra globalizzazione e localizzazione: nella prima si puntualizza una competizione tra i soggetti economici che offrano nel mercato-mondo merci o forza lavoro. La localizzazione serve invece per competere globalmente, e per questo è necessari riuscire a soddisfare la domanda di “nicchie di mercati locali”.

La localizzazione, nella sfera della globalizzazione come universalismo del mercato, sta nel recupero o difesa delle tradizioni locali, ossia a un movimento di opposizione all’espansione mondializzazione del mercato.

La stratificazione è l’altro tema che l’autore tratta, considerando tre differenti teorie tradizionali:

  • individualistiche
  • storico-materialistiche
  • funzionalistiche

le quali sono caratterizzate da indicatori come la condizione formativo - culturale, l’integrazione nella società o nella collettività locale, appartenenza ad aree geografiche più o meno protagoniste del mercato globale.

L’insieme di questi co-fattori, però, può portare a condizioni di esclusione e marginalità anche per la popolazione recentemente classificata da ricercatori francesi come “economicamente e socialmente integrata”. Il rischio di passare attraverso una mobilità verticale discendente è presente per tutti gli individui, anche nelle società più avanzate, mentre è il caso di ricordare le infinite disuguaglianze che la globalizzazione ha evidenziato tra paesi e strati sociali in tutto il mondo.

GOBALIZZAZIONE: PRO E CONTRO

Allora, come intervenire?. Volendo escludere la tentazione di essere “globalofobi”, ovvero di vedere la globalizzazione in senso negativo, definizione data dal presidente messicano, Ernesto Zedillo, occorre considerare le teorie di global governante attiva dal 1995.

Quest’ultima intende introdurre una politica  di gestione delle dinamiche relative al fenomeno della globalizzazione, finora regolato dal solo andamento dei mercati con le già enunciate conseguenze sul radicalizzarsi della stratificazione sociale del pianeta.

L’autore, in conclusione, si interroga sulla possibilità di realizzare fini e presentare iniziative, che consistono nella riduzione delle stratificazione e nel contenimento delle disuguaglianze, auspicando un incremento  e una maggiore organizzazione delle iniziative dal basso contro il dilagare dell’economicismo del mercato.

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