Brunelleschi: biografia e opere

Biografia di Filippo Brunelleschi e descrizione storica e artistica delle sue opere principali: la cupola del Duomo di Firenze, l'Ospedale degli Innocenti, il Crocifisso, la Sacrestia vecchia, la Cappella Pazzi, il Santo Spirito, San Lorenzo, Santa Maria degli Angeli e Palazzo Pitti (5 pagine formato doc)

Appunto di miryam84

BRUNELLESCHI BIOGRAFIA

Brunelleschi.

Filippo Brunelleschi (1377-1446), orefice, architetto e scultore fiorentino, una delle maggiori figure dell’arte italiana è l’iniziatore del Rinascimento a Firenze; il recupero delle forme classiche, la pratica di un’architettura basata su proporzioni matematiche e l’elaborazione del metodo di rappresentazione prospettica dello spazio fanno di lui una delle figure essenziali dell’arte. Del Brunelleschi non ci è pervenuto nessuno scritto o trattato per questo motivo le sue opere hanno costituito nel corso dei secoli un vero e proprio testo, attraverso cui molti architetti hanno cercato di cogliere l’insegnamento.
Iniziò la sua carriera come orafo e scultore. Solo intorno ai 40 anni, dopo aver intrapreso molti viaggi per maturarsi artisticamente attraverso lo studio dell’architettura antica, si diede appieno all’arte. Filippo Brunelleschi aveva appena compiuto 24 anni quando nel 1401 venne indetto un concorso dall’arte dei Mercanti (o di Calimala) per la seconda porta del Battistero di Firenze.

Filippo Brunelleschi: vita e opere

BRUNELLESCHI CUPOLA

A questo concorso presero parte Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti , Jacopo della Quercia ed altri. Il concorso richiedeva la realizzazione del Sacrificio di Isacco inserito dentro una cornice quadriloba mistilinea, per una maggiore concordanza con quelle realizzate in precedenza da Andrea Pisano. Perdute le formelle degli altri concorrenti, restano ancora quelle del Ghiberti e del Brunelleschi quasi a indurci a confrontare le opere del vincitore (Ghiberti) e il grande sconfitto (Brunelleschi). Lorenzo Ghiberti risolve la scena dividendola in due parti mediante una roccia, davanti ad essa ci sono due servi, mentre in basso la cavalcatura funge quasi da base allargando le forme della roccia, Isacco in questa formella si abbandona alla volontà di un essere superiore in questo caso Dio.

BRUNELLESCHI PROSPETTIVA

La narrazione si svolge da sinistra a destra senza sussulti; le figure sono realizzate su modello antico si atteggiano in pose eloquenti, conservando cadenze del gotico. Sulla roccia si trova l’ariete che verrà successivamente sacrificato al posto di Isacco, nel lato destro della formella c’è la presenza di Abramo, rappresentato nell’atto di uccidere suo figlio. Isacco si trova sopra un altare sacrificale che si chiama ara e che è ornato di racemi, decorazione tipicamente classica mentre l’angelo sta per arrivare e fermare finalmente la mano di Abramo. L’uso dei tenui trapassi di piani genera un chiaro scuro lievissimo, privo di violenti scatti dal piano di fondo, che in tal modo diviene spazio. E’ importante aggiungere che la formella del Ghiberti è stata realizzata fondendo prima tutto il materiale e poi modellandolo, e da questo si può notare la sua abilità in materia, mentre  Brunelleschi utilizzò un’altra tecnica, fondendo i personaggi singoli e poi attaccandoli tramite degli spinotti.

FORMELLA DI BRUNELLESCHI

La formella del Brunelleschi è piena di drammaticità. I gruppi dei personaggi sono nettamente separati su due piani distinti ed emergono con violenza da un fondo privo di morbidezze atmosferiche. La lettura avviene in profondità poiché l’occhio partendo dal primo piano caratterizzato da figure che debordano dalla cornice affonda poi al centro drammatico della scena nel quale si distinguono benissimo la volontà di Abramo, la volontà di Isacco e la volontà dell’angelo (questo è un incontro linea/forza). Brunelleschi coglie nel fatto l’elemento drammatico, la velocità e la violenza di ciò che sta per accadere: Abramo costringe il figlio a sacrificarsi e a esporre la gola, Isacco che si trova sull’ara e si vede chiaramente che la sua volontà esprime il desiderio di non morire. La formella presenta un ariete sopra una roccia non molto evidente. Anche nel Brunelleschi confluiscono elementi classici come il vello lanoso dell’ariete e un giovane nell’atto di togliersi una spina dal piede che ricorda lo Spinario greco, la cavalcatura è gotica perché presa dall’Adorazione dei Magi del pulpito di Giovanni Pisano nel Duomo di Pisa. Il concorso venne vinto come abbiamo già detto prima dal Ghiberti, molto probabilmente non solo perché la sua formella si adeguava più allo stile utilizzato in precedenza ma anche perché il suo metodo era meno costoso.