La Gioconda: descrizione del dipinto di Leonardo da Vinci
Descrizione della Gioconda di Leonardo da Vinci riferita al pensiero rinascimentale (5 pagine formato doc)
LA GIOCONDA: DESCRIZIONE DEL DIPINTO DI LEONARDO DA VINCI
Descrizione del dipinto di Leonardo Da Vinci riferita al pensiero rinascimentale.
Quadro dipinto a olio su tavola
Misura: cm 77 x cm 53
Appartiene alle collezioni del Museo del Louvre di Parigi
Titolo: in Italia si preferisce chiamarlo “Gioconda” come lo nomina per primo, nel 1652, Cassiano del Pozzo.
Datazione, committenza, identità effigiata: secondo Vasari Leonardo cominciò a dipingere l’opera nel 1503, dopo il suo ritorno a Firenze, per incarico di Giuliano de Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico, e vi lavorò fino al 1506, con interruzioni, secondo la sua abitudine e non lo terminò mai, secondo la sua opinione.
Varie comunque sono le ipotesi circa la datazione dell’opera e l’attribuzione di un nome alla donna del dipinto.
Gioconda di Leonardo da Vinci: analisi
LA GIOCONDA LEONARDO DA VINCI
Lo stesso Vasari, da biografo del pittore, non può sottrarsi al fascino misterioso del dipinto.
Egli non ha dubbi che l’effigiata sia Lisa o Lisabetta Gherardini, terza moglie del commerciante fiorentino Francesco del Giocondo, e cita l’opera subito dopo il cartone dell’Annunziata (datazione francamente troppo precoce). Per Vasari è un quadro non finito, l’ennesimo di Leonardo. “… e quattro anni pensatovi lo lasciò imperfetto… La quale opera è oggi appresso il re Francesco di Francia” e prosegue ammirando la “naturalezza” del dipinto, attardandosi a descriverne i “lustri” degli occhi, le ciglia, il naso, la bocca, e la “fontanella della gola” “che chi intensissimamente la guardava vedeva battere i polsi”Il fatto che il braccio destro e soprattutto la mano della Gioconda si trovino nella cosiddetta piccola Madonna Cowper di Raffaello, un quadro databile al 1504-1505, dimostra che a Firenze, Leonardo stava già lavorando all’opera. D’altra parte nel 1506 Raffaello adotta lo sfumato leonardesco della Gioconda per il ritratto di Maddalena Strozzi, sposa di Agnolo Doni.
GIOCONDA: SIGNIFICATO
Già i contemporanei s’interrogavano sull’identità dell’effigiata, forse una misteriosa nobildonna fiorentina amante di Giuliano de Medici, come ipotizzava nel 1517 un gentil uomo al seguito del cardinale d’Aragona in visita a Leonardo al castello d’Amboise. La notizia ricondurrebbe l’esecuzione della tavola al periodo in cui l’artista soggiorna a Roma nel 1513 ospite in Vaticano di Giuliano, fratello del papa Leone X. Considerando evidentemente il quadro una sorta di summa dei risultati raggiunti in pittura, Leonardo non si separa dall’opera e la porta con sé in Francia.
Non tutti concordano, già a partire dal ‘500, con l’identificazione del personaggio proposta dal Vasari. Lo Mazzo la ritiene una donna napoletana e c’è perfino chi dubita che il quadro visto ad Amboise nel 1517 sia quello oggi la Louvre o avanza dubbi sulla datazione.
Antonio de Beatis nel 1517 parla di un ritratto visto nello studio di Leonardo in Francia e identificato da Leonardo sesso come quello di “una certa donna fiorentina fatto ab istantia del quondam Juliano de Medici”, protettore di Leonardo in Italia dal 1513-1516.