Andrea del Verrocchio
Annotazioni su alcune opere: "Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni", "Dama col mazzolino", "David", "Incredulità di San Tommaso" (3 pagine formato pdf)
Andrea del Verrocchio mostra la stessa propensione del Pollaiolo ad esprimere il movimento e la tendenza a dilatare le forme nello spazio circostante.
Incredulità di San Tommaso, Firenze 1467-1483.
Verrocchio riceve l'incarico di realizzare una scultura per una nicchia esterna della Chiesa di Orsanmichele, a Firenze, che originariamente era stata predisposta per una sola statua che, per di più, era di Donatello.
Prima di tutto vediamo come i Vangeli raccontano il l'incontro tra l'apostolo
e Gesù appena risorto: "Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace
a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»" (Giovanni 20, 24-29).
Il tema è quello dell'incontro tra due persone e il Verrocchio risolve il problema dell'esiguità dello spazio con diversi espedienti: crea statue posteriormente cave, solo la testa e le braccia sono "a tuttotondo", colloca la figura di San Tommaso in modo che si appoggi all'esterno dalla nicchia, e dispone Gesù in modo che non sia esattamente in asse con lo spazio semicilindrico.
Incredulità di San Tommaso, Firenze 1467-1483.
Verrocchio riceve l'incarico di realizzare una scultura per una nicchia esterna della Chiesa di Orsanmichele, a Firenze, che originariamente era stata predisposta per una sola statua che, per di più, era di Donatello.
Prima di tutto vediamo come i Vangeli raccontano il l'incontro tra l'apostolo
e Gesù appena risorto: "Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace
a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»" (Giovanni 20, 24-29).
Il tema è quello dell'incontro tra due persone e il Verrocchio risolve il problema dell'esiguità dello spazio con diversi espedienti: crea statue posteriormente cave, solo la testa e le braccia sono "a tuttotondo", colloca la figura di San Tommaso in modo che si appoggi all'esterno dalla nicchia, e dispone Gesù in modo che non sia esattamente in asse con lo spazio semicilindrico.