Giuditta e Oloferne di Artemisia: analisi

Giuditta e Oloferne: analisi dettagliata del dipinto di Artemisia Gentileschi, la versione fiorentina (5 pagine formato docx)

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GIUDITTA E OLOFERNE DI ARTEMISIA: ANALISI

Analisi di un'opera: Giuditta e Oloferne di Artemisia.

1° Raccolta dei dati preliminari
E' un dipinto di Artemisia Gentileschi, eseguito nel 1620.
Olio su tela, 199 x 162 cm, conservato a Firenze, Galleria degli Uffizi.
Di quest'opera sono presenti due versioni, una è questa, l'altra risale al 1612 ed è conservata al Museo Capodimonte a Napoli.
I due quadri sono del tutto simili, fatta eccezione per i colori delle vesti delle due donne e per le dimensioni
2° Analisi del soggetto
Analisi Iconografica. L'episodio al quale si riferisce l'opera è narrato nel Libro di Giuditta: l'eroina biblica, assieme ad una sua ancella, si reca nel campo nemico; qui circuisce e poi decapita Oloferne, il feroce generale nemico.
Per enfatizzare la drammaticità, Artemisia, si discostò dall'iconografia diffusa, e sceglie di ritrarre le figure dell'ancella e di Giuditta intente in uno sforzo comune per decapitare Oloferne, nel racconto biblico invece si dice che la serva si sia limitata a nascondere la testa di Oloferne in una bisaccia. La lama della spada entra ed esce dal collo della vittima i cui occhi sono volti all’osservatore, anche se le pupille sono già rivoltate verso la fronte perché la morte è sopraggiunta in quel preciso istante. I gesti e gli sguardi delle due donne sono studiati nei minimi dettagli, così come il disperato tentativo del guerriero che oppone, seppur invano, tutta la sua forza per impedire che l'eroina possa tagliargli la testa.

Artemisia Gentileschi: stile e opere

GIUDITTA E OLOFERNE, ARTEMISIA GENTILESCHI, UFFIZI

Analisi Iconologica. La grande ferocia di Giuditta nel tagliare la testa del generale nemico potrebbe essere ricondotta alla rivalsa, alla vendetta della donna nei confronti dello stupratore, e l'opera è il modo in cui la giovane Artemisia esprime tutta la sua amarezza per il suo trascorso e al contempo tutto il suo disprezzo per l'uomo che ha abusato di lei. Questo dettaglio si nota dal fatto che Giuditta presenta una certa somiglianza con la pittrice e la folta chioma di Oloferne richiama quella del suo stupratore. Inoltre, va aggiunto, il fatto che il libro sacro suggerisce l'idea secondo il quale Oloferne voleva abusare di Giuditta.

GIUDITTA E OLOFERNE: ANALISI STILISTICA

Analisi dell'oggetto. Analisi stilistica. Artemisia cerca di avvicinarsi al naturalismo di Caravaggio, riproponendo le atmosfere cupe e drammatiche, sia attraverso un gioco di luci e ombre sia cercando di tradurre le reazioni psicologiche dei personaggi nella loro violenza. Giuditta e Oloferne, colpisce per l'elevata dose di violenza che la contraddistingue, per l'immediatezza dei soggetti raffigurati, per il gusto teatrale tipicamente barocco e per la sapienza con la quale vengono impiegati i colori.