Il baldacchino di San Pietro del Bernini
Presentazione in power point (9 slide) che unisce la storia dell'opera alle sue caratteristiche, con brevi accenni alla biografia dell'autore e del committente. (9 pagine formato pps)
LA STORIA
Urbano VIII, appena nominato Papa nel 1624, volle che sulla tomba di S. Pietro sorgesse un nobile tabernacolo, e scartati altri progetti di artisti da tutta Italia, scelse quello del suo prediletto Gian Lorenzo Bernini, facendo uso di ogni mezzo a sua disposizione affinché l'opera riuscisse degna, per questo si vide costretto ad imporre nuove tasse.
IL MATERIALE
Ma se si voleva realizzare l’opera progettata dal Bernini bisognava procurarsi la materia prima per la costruzione del Baldacchino : c’era dunque bisogno urgente di bronzo. E così il Papa fece rimuovere i costolini della cupola della basilica, ricavandone 103,229 libbre; altro se ne fece arrivare da Venezia e da Livorno, e se ne raccolsero in tutto 211,427 libbre. Ma non bastava ancora. Dove recuperare il metallo mancante?
POVERO PANTHEON
Urbano VIII allora non esitò a ordinare che si togliesse tutto il bronzo delle travi della cupola del Pantheon. In seguito, riferendosi a questo fatto ,Pasquino esclamò: “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini!” (Ciò che non fecero i barbari, fecero i Barberini). Un contemporaneo ci fa sapere che:
"Tutto il metallo tanto dalle travi, quanto degli chiodi di essi che era nel portico del sopradetto tempio era libre quattrocentocinquanta mille e duecento cinquantuna, essendo li chiodi doli libre nove mila trecento settanta quattro"; ma non tutto fu impiegato per il Baldacchino, poiché se ne fecero anche ottanta cannoni per Castel S. Angelo.
Il Pantheon ebbe, in compenso della spogliazione di tutto quel bronzo, solo ciò che un'iscrizione collocata nel pronao chiama "decora inutilia", i due campanili che il popolo argutamente battezzò "le orecchie d'asino del Bernini", demoliti nel 1883.
Urbano VIII, appena nominato Papa nel 1624, volle che sulla tomba di S. Pietro sorgesse un nobile tabernacolo, e scartati altri progetti di artisti da tutta Italia, scelse quello del suo prediletto Gian Lorenzo Bernini, facendo uso di ogni mezzo a sua disposizione affinché l'opera riuscisse degna, per questo si vide costretto ad imporre nuove tasse.
IL MATERIALE
Ma se si voleva realizzare l’opera progettata dal Bernini bisognava procurarsi la materia prima per la costruzione del Baldacchino : c’era dunque bisogno urgente di bronzo. E così il Papa fece rimuovere i costolini della cupola della basilica, ricavandone 103,229 libbre; altro se ne fece arrivare da Venezia e da Livorno, e se ne raccolsero in tutto 211,427 libbre. Ma non bastava ancora. Dove recuperare il metallo mancante?
POVERO PANTHEON
Urbano VIII allora non esitò a ordinare che si togliesse tutto il bronzo delle travi della cupola del Pantheon. In seguito, riferendosi a questo fatto ,Pasquino esclamò: “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini!” (Ciò che non fecero i barbari, fecero i Barberini). Un contemporaneo ci fa sapere che:
"Tutto il metallo tanto dalle travi, quanto degli chiodi di essi che era nel portico del sopradetto tempio era libre quattrocentocinquanta mille e duecento cinquantuna, essendo li chiodi doli libre nove mila trecento settanta quattro"; ma non tutto fu impiegato per il Baldacchino, poiché se ne fecero anche ottanta cannoni per Castel S. Angelo.
Il Pantheon ebbe, in compenso della spogliazione di tutto quel bronzo, solo ciò che un'iscrizione collocata nel pronao chiama "decora inutilia", i due campanili che il popolo argutamente battezzò "le orecchie d'asino del Bernini", demoliti nel 1883.