Basilica di S.Nicola di Bari

L'appunto è una relazione sulla Basilica di S. Nicola di Bari, con approfondimenti storico-artistici. (17pg. file.doc) (0 pagine formato doc)

Appunto di jhonmaiden
La Basilica di S    La Basilica di S.
Nicola di Bari rivela la sua storia già dall'architettura esterna, che sembra ispirata più alla struttura di un castello che di una chiesa. Non va dimenticato, infatti, che nel periodo normanno fu usata più volte come fortezza difensiva. I quattro cortili che la circondano erano anticamente chiusi e riservati al clero della Basilica, che li metteva a disposizione dei commercianti in occasione delle fiere nicolaiane di maggio e di dicembre.Oggi vi si accede dal Lungomare, e già appena superato l'arco si ha una visione del complesso medioevale.Nonostante la varietà e la complessità della concezione architettonica, una certa unità compositiva è innegabile. Di conseguenza, a parte qualche elaborazione secondaria successiva, possiamo tranquillamente affermare che il grosso della decorazione (architettonica e scultorea, oltre a quella pittorica scomparsa) può essere datata al periodo 1090-1125.
 La vasta facciata est (verso il mare) comprende e nasconde le tre absidi interne. La sua monotonia è interrotta dal bel finestrone absidale, probabilmente di epoca bizantina. Nella fascia superiore si aprono altri otto finestroni, mentre nella parte sottostante sono disegnati vari archi ciechi con una serie di quattro monofore. In basso, perpendicolarmente al finestrone, c'è il bellissimo bassorilievo angioino (XIV secolo) con scene della vita di S. Nicola scolpite in modo plastico e robusto.Va detto comunque che la visibilità di gran parte della facciata posteriore (e precisamente la parte sinistra) è oggi possibile grazie ai restauri avviati dall'architetto Schettini nel 1946. Prima, infatti, tutta la zona sinistra (fino al finestrone degli elefanti) era coperta da edifici aggiunti fra Sei e Settecento, adibiti fra l'altro a sacrestia e sala del Tesoro.Intorno al 1955 fu poi demolito il costolone laterale destro, costruito per rinforzare la parete in un punto delicato (che poi era lo stesso ove fino al 1613 c'era stato uno dei due campanili posteriori). La liberazione da questi edifici posticci permette oggi di ammirare alcuni squarci dell'antico palazzo del Catepano. A questo vanno infatti connesse alcune colonne immurate sotto il passaggio verso via Palazzo di Città (l'antica Ruga Francigena), nonché la cavità all'altezza della sacrestia.    Immettendosi nel largo Urbano II, che separa la Basilica dalla scuola S. Nicola (ex Trieste) si possono ammirare le molte iscrizioni con i nomi dei marinai che nel 1087 rapirono le reliquie di S. Nicola. I loro nomi si possono riscontrare anche nella pergamena dei 62 marinai conservata nell'archivio della Basilica. Sulla facciata posteriore vi sono soltanto due marinai (Stefanus Tarantinus e Maraldus), mentre su questa facciata nord si trovano Disigius, Bisantius Saragulla, Stefanus, Topatius, Leo de Mele Sapatici, Albertus Nauclerius e Nicolaus filius Mundi. Se il criterio fu lo stesso usato per la facciata ovest, quasi certamente sotto terra, perpendicolarmente ai suddetti nomi,