Le colonne di Roma
La storia dell'utilizzo delle colonne nella Roma antica. (file.doc, 1 pag) (0 pagine formato doc)
Untitled Le colonne di Roma Utilizzate al tempo dell'impero romano con funzioni onorarie e, più tardi, nella Roma di papa Sisto V e dei suoi successori, con funzioni votive, le colonne svolsero, come gli obelischi, un ruolo urbanistico di richiamo visivo.
Tra le colonne antiche, le più famose sono quelle dedicate agli imperatori Traiano e Marco Aurelio, ciascuna decorata da un magnifico fregio continuo istoriato. Prive di importanza artistica ma ricche di significati devozionali erano invece le colonne crocifere, innalzate davanti alle chiese a partire dal Seicento. Le colonne di Roma sono il tema del brano della Guida Rossa del Touring Club Italiano dedicata alla città. Assimilabili alla tematica degli obelischi, di cui costituiscono il corrispettivo nel mondo greco-romano, le colonne onorarie o votive - elementi astratti dalla struttura architettonica e spesso ingigantiti - uniscono anch'esse alla funzione celebrativa quella di richiami visivi, anche perentori, nel panorama urbano. Esempi massimi, universalmente noti per le dimensioni e la qualità della decorazione scultorea, le colonne coclidi (cioè con fregio ad andamento spiraliforme attorno al fusto) dedicate rispettivamente a Traiano (113) e a Marco Aurelio (180-193): sopravvissute quasi intatte a due millenni di vicende e cataclismi (ma oggi seriamente minacciate dall'inquinamento), hanno costituito un modello imitato nei tempi moderni in tutta Europa. Una terza, di minori dimensioni e con fusto liscio di granito, fu eretta nel Campo Marzio (161) in onore di Antonino Pio; di essa, estratta nel 1705 e poi distrutta utilizzandone il materiale per restaurare obelischi, resta, nel cortile delle Corazze ai Musei Vaticani, la magnifica base scolpita. L'uso delle colonne onorarie proseguì per tutto l'impero: gli alti basamenti di sette di esse (con due fusti ricollocati), erette a personaggi sconosciuti all'inizio del IV secolo, sono tuttora allineati nel Foro Romano davanti alla “basilica Iulia”; accanto svetta, integra, quella che chiude la serie dei monumenti del Foro (era ormai il 608), dedicata all'imperatore bizantino Foca. Sisto V, oltre a recuperare alla città e a “cristianizzare” quattro obelischi, intervenne con analogo fervore sulle colonne coclidi, che riconsacrò, con le nuove statue alla sommità, a San Pietro e San Paolo (1587-88). Paolo V (1614) ne seguì l'esempio trasportando davanti a Santa Maria Maggiore - e dedicandola alla Vergine - la maestosa colonna corinzia unica superstite di quelle della basilica di Massenzio: è questa la più vistosa testimonianza di una devota consuetudine, diffusa ovunque fino al XX secolo, che ha posto colonne crocifere davanti alle chiese, soprattutto quelle dell'ordine francescano (San Francesco a Ripa, San Pietro in Montorio, San Sebastiano, Santi Nereo e Achilleo, San Cesareo de Appia, San Pancrazio, San Francesco di Paola). Singolare, perché commemora l'abiura di Enrico IV di Francia non meno che per il fusto a forma di c