Gian Lorenzo Bernini
Bernini e la sua concezione artistica tramite lo studio di alcune opere: Apollo e Dafne,il Baldacchino di San Pietro,il colonnato di San Pietro, la Fontana dei Quattro Fiumi e S. Andrea al Quirinale.(3pag - formato word) (0 pagine formato doc)
Gian Lorenzo Bernini Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 1598- Roma, 1680) Architetto, scultore, pittore, scenografo, costumista, commediografo: una delle figure che meglio realizza l'unione delle arti ricercata dal Barocco seicentesco.
Egli esprime il trionfalismo della Controriforma: artista dei papi che si sono succeduti durante la sua vita. Inizialmente è collaboratore del padre col quale ha lavorato nel 1629 alla Fontana della Barcaccia a Roma: sin da allora è visibile il virtuosismo tecnico che lo caratterizzerà per tutta la sua vita, visibile anche nella sua prima maturità con i gruppi di statue e tema biblico e mitologico di cui è un esempio la celebre statua di Apollo e Dafne. Il gruppo è ritratto durante l'acme dell'azione: da ciò che è raffigurato è ben comprensibile tutta la storia, ciò che è accaduto prima e ciò che accadrà; non si sente neanche il bisogno di un'ambientazione. L'opera rappresenta Dafne che si dibatte da Apollo che, essendo riuscito a raggiungerla, tende un braccio verso di lei, che si sta già trasformando in albero di alloro in seguito alla preghiera rivolta al padre. Tutta l'opera è stata ricavata da un solo blocco di marmo, e si sviluppa attorno ad un equilibrio apparentemente fragile con un disporsi delle figure secondo una linea obliqua che parte dalla gamba sinistra del dio, ancora sollevata e si conclude nella mano destra della ninfa che è già stata trasformata in fronda. Quest'opera suscita, anche grazie al virtuosismo tecnico proprio del Bernini, lo stupore che, secondo gli artisti barocchi era scopo dell'arte. Il Bernini architetto è visibile molto presto: ad appena 16 anni il papa Urbano VIII Barberini gli commissiona il ciborio di San Pietro, che successivamente sarà ribattezzato baldacchino proprio a causa del modo originale utilizzato dal Bernini di rapportarsi a quest'incarico. Il compito non era facile: bisognava mettersi in rapporto con la cupola di Michelangelo, riempiendo l'enorme spazio a disposizione senza stonare con essa ma senza perdere la propria personalità artistica. Il risultato è sorprendente, in quanto il Bernini riesce a conciliare la concezione rinascimentale michelangiolesca che vedeva tutto culminare verso il vertice della cupola e la mentalità barocca che vedeva il decentramento delle forze verso l'esterno. Egli non costruisce una struttura stabilmente ancorata al pavimento: erige una struttura apparentemente mobile, quasi un addobbo da parata rimovibile. Esso consiste di quattro colonne tortili che grazie alla rifrazione della luce su di esse imprimono un movimento dilatatorio che si propaga orizzontalmente; le quattro colonne sono collegate in alto con pendoni che, grazie all'immancabile virtuosismo dell'artista sembrano di stoffa e la copertura è sostituita con quattro volute angolari che si vanno restringendo man mano si procede verso il punto in cui esse si congiungeranno con una croce al centro; la felice scelta cromatica contribuisce all'effetto di alleggerimento in quanto e membra