Giorgio de Chirico: opere
Giorgio de Chirico: opere più importanti del pittore metafisico. L'enigma dell'ora - La Torre Rossa - Piazza d'Italia - Il canto d'amore - Ettore e Andromaca - Muse inquietanti (3 pagine formato doc)
GIORGIO DE CHIRICO: OPERE
La metafisica non fu mai un movimento, ma soltanto un'esperienza pittorica e intellettuale. Non si può definire un "movimento" vero e proprio, ma piuttosto una "corrente” poichè non si fonda su un manifesto o su un documento programmatico.I caratteri fondamentali:
- Rappresentazione di immagini che conferiscono un senso di mistero, di allucinazione e di sogno;
- Scene che si svolgono al di fuori del tempo;
- contorni netti, dovute a sottili linee nere,
- superfici lisce, semplificate, con chiaroscuro elementare,
- ombre perlopiù monocrome.
- Assenza di personaggi umani quindi solitudine: vengono rappresentati manichini, statue, ombre e personaggi mitologici; ma anche giocattoli, bottiglie, scatole, sfere, strumenti d'artista (squadre, compassi, cornici)
- Le ombre sono troppo lunghe rispetto agli orari del giorno rappresentato.
- ricorrono spesso spazi aperti, simili a piazze, terrazze, scorci di arcate.( ma questa è una caratteristica esclusivamente di Giorgio De Chirico).
Riassunto della vita e opere di De Chirico
GIORGIO DE CHIRICO: OPERE D'ARTE
Caratteristiche principali degli spazi che fanno da sfondo sono:
- chiarezza e nitore della composizione,
- schematicità e semplificazione delle strutture architettoniche,
- La prospettiva del quadro è costruita secondo molteplici punti di fuga incongruenti tra loro (l'occhio è costretto a ricercare l'ordine di disposizione delle immagini); prospettiva forzata con linee di fuga improbabili,
- Campiture di colore piatte e uniformi;
- impiego di tinte calde e terrose (verde, bruno, terra di siena, rosso, bianco).
Tesina su Giorgio de Chirico: vita, opere e la pittura metafisica
GIORGIO DE CHIRICO: ETTORE E ANDROMACA
Un aspetto fondamentale è il suo carattere ambiguo e paradossale.
L'artista riproduce oggetti ed elementi del mondo reale, accostandoli e combinandoli tra loro in maniera assurda. In questo modo gli oggetti si spogliano dei loro significati abituali, l'opera perde il suo legame con la realtà e si colloca al di fuori di essa. Altro aspetto importante è il senso di mistero e inquietudine che pervade la scena. Il collocarsi dell'opera al di fuori del tempo e dello spazio fisico suscita un senso di spaesamento, di enigma. Per Giorgio de Chirico, in particolare, l'uomo e il mondo stessi sono un enigma. Compito dell'artista è tradurre in immagini il lato enigmatico dell'esistenza. Tra il 1909 e il 1913 si colloca la racconta degli “enigmi“ di De Chirico.