Leon Battista Alberti e Brunelleschi

La vita e la storia di due grandi architetti con un breve confronto: Leon Battista Alberti e Brunelleschi (5 pagine formato doc)

Appunto di pizia

LEON BATTISTA ALBERTI E BRUNELLESCHI

Leon Battista Alberti.

Secondo il Vasari l’Alberti ha superato la fama di molti architetti, oltre che progettando edifici, soprattutto scrivendo numerosi trattati, il più conosciuto dei quali, il De Re Aedificatoria per lungo tempo è stato consultato da i più grandi esperti. Fiorentino di origine, Leon Battista Alberti nasce a Genova nel 1404 dall’esiliato Lorenzo Alberti.
Dopo aver soggiornato a Venezia ed aver frequentato la scuola padovana dell’umanista Barzizza, si laurea in diritto canonico nel 1428. Rimane a Firenze con la corte pontificia di Eugenio IV dal 1434 al 1443, dopo essere entrato nella curia romana; consulente di Niccolò V, dal 1460 si trova a Mantova ed alla corte di Ludovico Gonzaga. L’Alberti è prevalentemente scrittore ed umanista, svolge un’attività architettonica di tipo progettistico, mai realizzativo. Sviluppa un rinascimento molto meno conseguente e radicale di quello del Brunelleschi, vedendolo come una continua citazione dell’antico.

Leon Battista Alberti: opere

LEON BATTISTA ALBERTI, OPERE

Tra le sue opere più importanti sono il tempio Malatestiano e la faciata di Santa Maria Novella a Firenze. La vecchia chiesa di san Francesco a Rimini, in cui in un primo momento Sigismondo Pandolfo Malatesta aveva fatto costruire una cappella per se e la moglie Isotta, venne per suo volere completamente modificata sotto progetto dell’Alberti. La nuova Chiesa, detta Tempio Malatestiano, doveva essere insieme un mausoleo ed un monumento alla potente famiglia di cui porta il nome. Matteo de’ Pasti fu il vero responsabile del Tempio, infatti l’Alberti non si recò mai al cantiere, limitandosi a  disposizioni e suggerimenti. Grazie ad una moneta del de’ Pasti si vede il completamento pensato per il tempio, la cui costruzione venne interrotta a causa della morte del committente. La costruzione venne malvista dal papato, che la considerava solo un modo di esaltare esageratamente la magnificenza di un uomo tramite un edificio di matrice greca, quindi pagana. La facciata di Santa Maria del Fiore è un esempio dell’ordine e della geometria tipiche dell’Alberti. Partendo da un quadrato, in cui è inscritta l’intera superficie ed utilizzando sempre lo stesso modulo si arriva ad una complessità sempre maggiore ed articolata. L’Alberti umanista e letterato spazia in vari campi, dalla prosa (Amator, Lettere amatorie, Deiphiram, Ecatonfilea) alla poesia (Sonetti, Madrigale, la Frottola, le Egloghe) ai trattati dei quali i più conosciuti sono: il De Pittura, il De Scultura ed il famossissimo de Re Aedificatoria.