Leonardo, Michelangelo e Raffaello: opere
Ricerca di storia dell'arte su Leonardo, Michelangelo e Raffaello: L'ultima cena, La gioconda, la Pietà, il David, la decorazione della Cappella Sistina e la Trasfigurazione di Cristo (4 pagine formato doc)
LEONARDO MICHELANGELO E RAFFAELLO
L’enorme fama di cui ha goduto in vita non ha mai abbandonato Leonardo da Vinci, contribuendo ad offuscare una lucida comprensione dell’uomo e dell’artista.
Egli viene ricordato da Vasari come un «intelletto tanto divino e maraviglioso», mettendo l’accento su quella componente speculativa che caratterizza le vicende del maestro fiorentino. Il suo repertorio è composto da un esiguo numero di dipinti, ma da una straordinaria quantità di appunti e disegni, inerenti a problemi di anatomia, botanica, arti militari, architettura, ingegneria, geometria, idraulica, e dove la pittura e la scultura sembrano quasi occupare un ruolo marginale.La sua produzione consta di circa quattromila carte riunite in diversi codici o raccolte, sparsi nelle biblioteche di tutto il mondo. Il principio d’indagine, in queste carte, è tutto giocato a favore dell’immagine, che diventa più esplicativa della parola, contrariamente ai trattati dell’epoca, fatti di lunghe e complicate descrizioni. In qualche modo, un atteggiamento empirico in profonda sintonia con la nuova cultura scientifica che in Italia sarà successivamente impersonata da Galileo.
Significato dell'opera La scuola di Atene di Raffaello
RICERCA SU LEONARDO MICHELANGELO E RAFFAELLO
Nel Trattato della pittura, Leonardo sintetizza principi basilari sui quali fonda il proprio linguaggio figurativo.
I personaggi devono essere assolutamente eloquenti e perciò il pittore deve accentuare la realtà servendosi dei linguaggi non verbali, come quelli utilizzati dai muti. Per Leonardo, la base di ogni conoscenza è sempre la verifica diretta, empirica, compiuta con la propria esperienza. Il dato oggettivo, in quanto sottoposto alle variazioni atmosferiche, è sempre mutevole, da qui lo sfumato, nella definizione delle figure, e la prospettiva dei perdimenti, nella resa dei paesaggi.
Simili procedimenti indicano una concezione della rappresentazione come mimesis. Tanto più la pittura seguirà i principi, non scritti, della natura, tanto più sarà fedele al dato reale, ma tale tipo di rappresentazione pittorica implica un procedimento scientifico di verifica mentale.
Leonardo da Vinci: riassunto della sua vita
LEONARDO DA VINCI
Leonardo da Vinci: l’Ultima Cena. Occupa la parete settentrionale del refettorio rinascimentale di Santa Maria delle Grazie. La scena si presenta come un ideale proseguimento dello spazio dell’antica mensa dei domenicani: tre ampie aperture sul fondo immettono verso un paesaggio montuoso; lungo le pareti laterali si trovano quattro arazzi per lato fissati sotto un soffitto cassettonato, completamente ridipinto nel Settecento.
Approntata entro il 1498, la commissione risale al Duca di Milano, a cui si riferiscono gli stemmi sulle tre lunette nella parte superiore.
L’episodio coglie l’attimo in cui Cristo annuncia ai propri discepoli che uno di loro lo tradirà; le reazioni, sottolineate da un’ampia gamma di gesti, sono estremamente eloquenti. Alla destra del Redentore siede Giovanni, che, contrariamente all’iconografia più consueta, non poggia il capo sulla spalla o sul petto di Gesù, ma viene interpellato da Pietro che impugna un coltello, deciso a un gesto di sommaria giustizia. A completare il gruppo, si trova Giuda che, tenendo in mano la sacca dei denari, rovescia con il gomito un recipiente di sale (preannuncio di sventura) mentre ritira la mano sinistra dal piatto nel quale aveva attinto anche Cristo.
L’innovazione di questo dipinto leonardesco si riscontra nell’invenzione iconografica di allineare tutti gli apostoli dietro una grande tavolata, quando solitamente Giuda lo si poneva frontalmente rispetto a Cristo. Ma la straordinarietà di questa immagine deriva dall’estrema eloquenza delle figure, che, per Leonardo, doveva essere rapportata all’età e al sesso delle persone, senza compromettere il decoro della scena.