L'origine dell'arte: riassunto

L'origine dell'arte: architettura, pittura e manifestazioni artistiche preistoriche (2 pagine formato doc)

Appunto di nappy

ORIGINE DELL'ARTE

L'origine dell'arte.

La preistoria non ha limiti cronologici: ancora oggi, malgrado lo sviluppo dei mezzi d'informazione e di comunicazione, milioni di uomini vivono in una condizione di preistoria, molto simile a quella delle lontane origini della nostra civiltà. Si assume generalmente come limite della preistoria ed inizio della prima fase storica (protostoria) il passaggio a forme organizzate di vita sociale, in insediamenti stabili, e alla produzione sistematica dei mezzi di vita mediante la coltivazione della terra, l'allevamento del bestiame, la fabbricazione di utensili, armi, suppellettili.
Nell'ordine religioso questa fase coincide, in linea di massima, con il trapasso da una concezione magica, di totale indistinzione dell'essere umano dalla realtà naturale, ad una concezione animistica, che riconosce l'esistenza di forze superiori agenti e determinanti sui fenomeni della natura e sull'esistenza umana. Si collega alla concezione animistica e al costituirsi di gruppi sociali organizzati l'idea della sopravvivenza dello spirito oltre la morte e, per conseguenza, il culto dei defunti. Coincide con il formarsi delle prime strutture sociali la divisione del lavoro e lo scambio dei prodotti: ne deriva un più rapido progresso delle tecniche produttive e delle manifestazioni artistiche ad esse collegate.

L'arte dalla preistoria al classicismo greco

STORIA DELL'ARTE PERIODI

Nell'area mediterranea la fase protostorica si fa cominciare con la fine dell'epoca neolitica e la prima età del bronzo: lo sviluppo tecnico e culturale mediterraneo, che ebbe il suo primo centro nell'isola di Creta nel terzo millennio a.C., fu certamente influenzato dalle civiltà dell'Asia Minore, dove la fase neolitica può considerarsi chiusa fin dal settimo millennio.
Le prime manifestazioni artistiche risalgono tuttavia a un'epoca molto più remota, alla fine del paleolitico. Decine di millenni a.C. gli uomini, che vivevano di caccia e dell'occasionale raccolta di frutti selvatici, conoscevano già il valore dell'immagine o della figurazione: risale infatti al paleolitico superiore tutta una serie di figurazioni così sinteticamente ed intensamente espressive che alcuni dei maggiori artisti moderni (primo fra tutti Picasso) le hanno considerate opere d'arte perfette, fino a proporle come modelli di assoluta autenticità dell'espressione artistica. Sono immagini di animali selvatici (bisonti, renne, mammuth etc.) graffite e dipinte sulle pareti e sulle volte di grotte naturali disseminate nell'Europa mediterranea e specialmente nella zona franco-cantabrica (Lascaux, Altamira, Montignac, Polignac etc.).

STORIA DELL'ARTE IN BREVE

Sono tracciate con le dita o con elementari strumenti dai cacciatori che hanno frequentato per molti secoli quelle grotte, a cui attribuivano valore di luoghi sacri. Sono state spesso considerate come straordinarie manifestazioni di un'attività artistica istintiva, non condizionata da una precedente esperienza figurativa e tecnica né da una finalità pratica. E' stato invece dimostrato che queste figurazioni, pure rivelando con estrema vivacità l'immagine che l'uomo del paleolitico aveva del mondo e del proprio essere nel mondo, hanno un carattere magico e una finalità pratica. Raffigurando o, piuttosto, prefigurando l'incontro con l'animale nella foresta, il cacciatore immaginava di assicurarsi, con un'operazione magica, il successo della battuta da cui dipendeva la sua esistenza. Facendo accadere in immagine l'evento auspicato, lo sottraeva in qualche modo all'incertezza del caso: la sua speranza si trasformava in un progetto d'azione.