Wright: architettura organica

Tesina sull'architettura organica, la Casa sulla cascata di Wright e i suoi principi, gli elementi del Razionalismo nell'architettura italiana tra le due guerre, gli esponenti del Razionalismo (Giuseppe Terragni), Marcello Piacentini e l'architettura di Regime (4 pagine formato doc)

Appunto di darlingbea

WRIGHT: ARCHITETTURA ORGANICA

Wright: Architettura organica
Wright è con Le Corbusier, l’architetto che ha esercitato la più estesa influenza sulle pratiche o sulle teorie progettuali del XX secolo.
A partire dal 1910, anno in cui espone a Berlino destando il più vivo interesse e imponendosi all’attenzione dei giovani architetti europei, Wright diviene maestro riconosciuto tanto al di qua quanto al di là dell’Oceano.

Ricco di insegnamenti e insieme sempre pronto a rinnovare la propria opera con sorprendente rapidità.
Profondamente legato alla cultura americana di fine ‘800, romantica e vitalistico ne accoglie lo sfrenato individualismo, l’esigenza di un rapporto immediato e diretto con la natura, lo slancio verso frontiere sempre nuove da oltrepassare.
Si distacca decisamente dai razionalisti, cui pure con attenzione almeno a partire dai primi anni ’30.

Casa sulla cascata di Wright: analisi e commento

ARCHITETTURA ORGANICA: TESINA

Per l’architetto, una costruzione ha senso solo in quanto appare unica e irrepetibile, organicamente connessa al territorio entro cui sorge e quasi nata da esso, rispettosa delle tradizioni architettonici che locali, capace di inserirsi armoniosamente nel paesaggio circostante attraverso le proprie forme e propri materiali.
È Wright stesso, del resto, a chiamare ORGANICA la propria architettura, desiderando porne in risalto il carattere vivente, per così dire biologico e inalterabile, legate a un determinato suolo a un certo clima, né freddamente internazionale, né ripetitivo e meccanico.
Preferisce progettare case d’abitazione per committenti dotati di consistenti risorse finanziarie, piuttosto che proporsi come interlocutore del potere pubblico.

Le Corbusier: riassunto breve

PRINCIPI DELL'ARCHITETTURA ORGANICA

La celebre villa che l’architetto costruisce nel 1936 chiamata Casa sulla cascata, interpreta o svolge in termini “organici” tecniche e soluzioni caratterizzanti l’architettura razionale.
La ricerca di apparenze rustiche non viene meno e la tensione del paesaggio è tale che la pianta del piano principale della casa è minuziosamente studiata perché gli alberi sorgenti sul terreno in costruzione non debbano essere abbattuti.
Adotta per la prima volta cemento armato, ma se ne serve in modi tutt’altro che ingenui: l’elasticità del nuovo materiale costruttivo e la sua solidità gli permettono di costruire gli ambienti slanciando ognuno di essi quanto più possibile verso l’esterno, propendendo vetrate e terrazze, sorprendendo quanto meno in apparenza la costruzione del vuoto: la grande casa poggia su solai in pietra eretti sulla roccia sottostante, la stessa su cui scende la piccola cascata. All’interno prevalgono i principi della pianta libera e degli spazi quanto più possibile aperti. Si desidera offrire a chi abita la casa-confort ed adagio di movimento. Le pareti non hanno funzione portante e il loro impiego è ridotto al minimo. Occorre evitare che stanze piccole e chiuse si succedano l’una all’altra; la progettazione degli interni, scrive Wright in polemica con le ricerche di Le Corbusier sull’unità di abitazione, non può sempre seguire criteri di economia spaziale, a deve invece definire “volumi…in tutto e per tutto in conveniente proporzione umana.” Grande importanza è attribuita alla luce e ai materiali: ampie vetrate si aprono tutto attorno al grande soggiorno, fulcro della casa offrendo intensa illuminazione naturale e ampia visuale sul bosco circostante.