Classicismo - letteratura

Classicismo in letteratura: riassunto. Cos'è il classicismo, il periodo storico, la riscoperta dei classici, il ruolo della filologia umanista, i generi letterari e il neoclassicismo (2 pagine formato doc)

Appunto di vid894

CHE COS'E' IL CLASSICISMO

Classicismo (letteratura). 1.

Introduzione. Classicismo (letteratura) Fenomeno culturale di adesione ai principi e ai canoni del mondo classico. Nella storiografia letteraria la nozione di classicismo è intesa in due accezioni diverse. In senso proprio e specifico è la tendenza, fondata sul principio di imitazione, a valorizzare le opere greche e latine, considerate come modello di perfezione. In senso estensivo è la tendenza a valorizzare gli artisti e le opere che, per il loro valore stilistico e formale, vengono assunti a punti di riferimento nell'ambito di un preciso contesto culturale. Storicamente, i due concetti si sono alternati, ma più spesso integrati, nella pratica letteraria dall'età dell'umanesimo fino al primo Novecento.

Che cos'è il classicismo

CLASSICISMO: PERIODO STORICO

2.

La riscoperta della civiltà classica. Il classicismo, come teoria letteraria, nacque in età umanistica, quando vennero formulati i concetti (ad esempio il principio di imitazione) e individuati i canoni del bello ideale nell'armonia compositiva e nella perfezione formale espresse dalla civiltà greco-romana. Tali principi avrebbero poi trovato applicazione soprattutto nell'arte italiana del Rinascimento. Va precisato che per età classica si intende, in senso stretto, il V e il IV secolo a.C. nel mondo greco e il I secolo a.C. e il I d.C. nel mondo romano.
2.1 Il ruolo della filologia
La filologia umanistica, attraverso il recupero e una più corretta acquisizione delle opere letterarie greche e latine e, ancora, grazie all'entusiasmo che accompagnò tale acquisizione, avviò una rigenerazione culturale, che elevava quei testi a modello di stile (e per certi aspetti anche di vita). Nel Quattrocento l'adesione ai modelli antichi mostrò elasticità e si accompagnò a capacità di sperimentazione non solo nel sostituire il latino classico al mediolatino (il latino medievale), ma anche nell'applicare i modelli antichi al volgare. In questa operazione, fondamentale fu l'opera del Poliziano, che offrì con le Stanze per la giostra (1475-1478) un nuovo modello linguistico volgare. Nel Cinquecento il trionfo del modello di Pietro Bembo nella dibattuta questione della lingua portò – in parallelo ai modelli linguistici latini di Cicerone per la prosa e di Virgilio per la poesia – alla canonizzazione di Boccaccio per la prosa e di Petrarca per la poesia in volgare, introducendo una sorta di "sudditanza stilistica".

Differenze tra classicismo e neoclassicismo

CLASSICISMO: RIASSUNTO

3. I generi letterari. La nozione di classicismo non si risolveva solo nella ricerca di equilibrio e di perfezione formale secondo la lezione dei modelli classici, ma comportava anche una marcata tendenza alla codificazione. Allo scopo di creare codici di comunicazione validi per tutte le corti italiane, venne creato il sistema dei generi letterari e delle norme interne a ciascun genere. E quando nel secondo Cinquecento prevalse il peso della competenza professorale, forte fu il richiamo al rispetto delle regole stabilite. Si può citare il caso di Torquato Tasso, indotto, per scrupoli introiettati, a riscrivere la Gerusalemme liberata e a spegnerla nella Gerusalemme conquistata. Ma si può citare anche il caso di tutto il manierismo, le cui diversità stilistiche rispetto ai modelli furono considerate per secoli segno di inadeguatezza. Tuttavia proprio il dibattito "professorale" (Gian Giorgio Trissino, Francesco Robortello, Giulio Cesare Scaligero, Sperone Speroni) cominciò a configurarsi come una teoria generale della letteratura, fissando i livelli artistici superiori (tragedia e poema epico).
Dall’Italia, questo classicismo normativo passò alla Spagna e alla Francia nel momento in cui quelle culture raggiungevano il loro maggiore sviluppo. In Francia il classicismo italiano ispirò i poeti della Pléiade. Il razionalismo cartesiano ne riorganizzò poi sistematicamente i principi compositivi, che in campo teatrale vennero interpretati da Corneille e da Racine. Tra i maggiori rappresentanti del classbicismo inglese si ricordano John Dryden e Alexander Pope.