Il neoatlantismo nella politica estera italiana

L'appunto analizza brevemente il neoatlantismo. Con tale termine viene indicato un aspetto della politica estera italiana della seconda metà degli anni cinquanta. L'allora Ministro degli Esteri Fanfani aveva come obiettivo la ricerca di spazi di autonomia per l'Italia una media potenza in espansione (3 pagine formato docx)

Appunto di biceca
 L’Italia che uscì dalla Seconda Guerra Mondiale era un Paese distrutto economicamente e politicamente.
Inoltre l’alleanza nazi-fascista aveva contribuito irrimediabilmente a danneggiare la credibilità del Paese. Gli obiettivi, tutt’altro che semplici, dei governi del secondo dopoguerra furono innanzitutto stimolare la ripresa economica del Paese e recuperare la credibilità internazionale attraverso anche una certa autonomia di scelta. La strategia della politica estera dell’immediato dopoguerra si basò sull’instaurazione di legami con l’Europa e con l’America. La politica estera italiana non seguì però una linea continua e coerente, tuttavia costituì un punto fermo l’adesione al blocco occidentale.


Intorno alla metà degli anni Cinquanta si venne formando una nuova strategia nella politica estera italiana: Pella nel 1957 la definì neoatlantismo.
A partire dal 1954 sino al 1958, ma anche durante gli anni Sessanta si manifestò una sempre più marcata propensione dell’Italia a cercare il terreno per una affermazione come potenza media ma autonoma. Il nuovo orientamento non rinnegava l’appartenenza all’alleanza atlantica, ma semplicemente puntava a cercare nuovi spazi d’azione e autonomia nel quadro delle alleanza costituite. Prima di vedere nello specifico gli aspetti del neoatlantismo va detto che il suo affermarsi fu dovuto all’intrecciarsi di eventi sia interni che internazionali. Non va poi dimenticato il ruolo svolto dalla DC e dagli altri partiti. Per quanto riguarda gli eventi internazionali, nel 1953 con la morte di Stalin si avviò la distensione. Inoltre lo stallo del processo di integrazione, la Conferenza di Ginevra contribuirono alla nascita di una nuova forma di atlantismo cattolico noto come neoatlantismo.


L’evoluzione della strategia italiana dipese anche dal superamento della questione di Trieste nel 1954, dalla mancata integrazione della Jugoslavia nel sistema atlantico e soprattutto dall’ingresso italiano nelle Nazioni Unite. Già con la fine dell’era degasperiana si riaprì, in seno alla Democrazia cristiana, il dibattito sul ripensamento della prospettiva atlantica alla ricerca di un nuovo equilibrio delle relazioni internazionali.