"La filosofia dell'Illuminismo" di Ernst Cassirer
Riassunto dettagliato dei capitoli più importanti del testo di Cassirer "la filosofia dell'Illuminismo" (9 pagine formato doc)
Lo
studio del Cassirer è, per sua stessa ammissione, frammentario e non
organicamente sistematico.
Tuttavia, malgrado questa dipendenza di contenuto l'Illuminismo ha creato una forma di pensiero filosofico assolutamente nuova e peculiare: l'importanza di quest'epoca infatti non sta tanto in un determinato contenuto di pensiero, quanto nell'uso che l'illuminismo fa del pensiero filosofico e nel compito che gli assegna; non in determinate tesi, ma nel metodo di disquisizione; non in un particolare contenuto ma nella compagine categoriale. Quando infatti l'Illuminismo elabora un pensiero già esistente dà ad esso un significato nuovo, schiude un nuovo orizzonte filosofico.
Qual è la rottura più radicale? Quella che è operata nei confronti dello spirito di sistema: l'Illuminismo non trova più nel pensiero sistematico una forza, ma un limite della ragione filosofica: invece di chiudere la filosofia entro i limiti di un dato edificio dottrinale, invece di legarla a determinati assiomi, la filosofia deve svolgersi in libertà.
Quando il secolo XVIII si definisce con orgoglio "secolo filosofico", ciò è giustificato in quanto la filosofia vi riacquista realmente i suoi antichi diritti: essa diventa il palpito dell'intima vita del pensiero, non è più considerata come un territorio particolare di conoscenza, ma come il mezzo universale, il respiro vivificante attraverso cui l'uomo possa conoscere.
Quel che egli si propone di produrre, è
una fenomenologia dello spirito filosofico: egli non intende
descrivere i risultati della filosofia dell'Illuminismo, quanto
piuttosto rendere palesi le forze operanti che hanno plasmato quei
risultati dall'interno. La filosofia illuministica è come quei
capolavori tessili in cui s'intessono fili non visti; il compito
che il Cassirer si prefigge è quello di illuminare quei fili non
visti, dando non la storia dei singoli pensatori, ma una pura storia
delle idee dell'epoca. Perché questo? Perché in fatto di
dottrine, l'Illuminismo è rimasto molto più di quanto non si
creda legato ai secoli precedenti; esso fu semplicemente l'erede di
quei secoli, perché sviluppò e chiarì molto più di quanto non
concepì e produsse.Tuttavia, malgrado questa dipendenza di contenuto l'Illuminismo ha creato una forma di pensiero filosofico assolutamente nuova e peculiare: l'importanza di quest'epoca infatti non sta tanto in un determinato contenuto di pensiero, quanto nell'uso che l'illuminismo fa del pensiero filosofico e nel compito che gli assegna; non in determinate tesi, ma nel metodo di disquisizione; non in un particolare contenuto ma nella compagine categoriale. Quando infatti l'Illuminismo elabora un pensiero già esistente dà ad esso un significato nuovo, schiude un nuovo orizzonte filosofico.
Qual è la rottura più radicale? Quella che è operata nei confronti dello spirito di sistema: l'Illuminismo non trova più nel pensiero sistematico una forza, ma un limite della ragione filosofica: invece di chiudere la filosofia entro i limiti di un dato edificio dottrinale, invece di legarla a determinati assiomi, la filosofia deve svolgersi in libertà.
Quando il secolo XVIII si definisce con orgoglio "secolo filosofico", ciò è giustificato in quanto la filosofia vi riacquista realmente i suoi antichi diritti: essa diventa il palpito dell'intima vita del pensiero, non è più considerata come un territorio particolare di conoscenza, ma come il mezzo universale, il respiro vivificante attraverso cui l'uomo possa conoscere.