La Grande Guerra

La grande guerra: i fatti antecedenti il conflitto, le cause economiche e politiche, gli schieramenti, i trattati di pace e le conseguenze

La Grande Guerra
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LA GRANDE GUERRA

La Grande Guerra
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La grande guerra è l’evento epocale che ha cambiato il corso della storia e dell’umanità. E’ la prima guerra che ha interessato tutto il mondo, sia in modo diretto che indiretto. Eric Hobsbawm, famoso storico, ha scritto il saggio “Il secolo breve” in cui dice che l’età contemporanea è iniziata proprio con la prima guerra mondiale (1914) e finita con il crollo del muro di Berlino (1989), ovvero il muro che divideva la città in Berlino Est e Berlino Ovest, quindi Unione Sovietica contro i paesi democratici. La prima guerra mondiale viene anche chiamata “Grande guerra”, perché è stata la prima e soprattutto perché coinvolse anche i civili in modo massiccio, i quali dovettero affrontare un grande sforzo: gli uomini al fronte e le donne occupate nelle fabbriche. Questa grande guerra fece 9 milioni di soldati morti e 5 milioni di civili. Con la prima guerra mondiale si sono dissolti i più grandi imperi del continente europeo (tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo). La prima guerra mondiale è stata la conseguenze della precarietà degli equilibri internazionali che erano sorti nel congresso di Vienna (1814) e poi nella Restaurazione, poi ancora durante i cento anni di pace seguenti al congresso, sono successi dei moti rivoluzionari (1848-1849), la grande depressione e poi la risalita con la seconda rivoluzione industriale, il colonialismo e l’imperialismo. E tutto ciò portò un clima incandescente in Europa la competizione economica tra le potenze europee. Bisogna anche tenere conto che dalla seconda metà dell’800 in poi sono sorte delle nuove nazioni ma soprattutto è nata la Germania, diventata una potenza economica fortissima, si era ormai imposta come una nazione che faceva concorrenza all’Inghilterra sul piano della produzione e del commercio industriale. Le nazioni erano convinti di fare una guerra veloce e senza spendere troppi soldi.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE: CAUSE

La prima causa dello scoppio della Grande guerra è la lotta per l’egemonia, ovvero la supremazia sul piano economico-territoriale in Europa e nel mondo. Le cause economiche e politiche:

  • cause economiche: la Germania inizia le conquiste coloniali in Africa creando tensioni con le altre nazioni. Inghilterra, Francia e Russia (la Germania pensava di espandersi verso Est) contro la Germania. Con la battaglia di Sedan (1870) Germania e Francia entrano in conflitto perché i francesi avevano perso dei bacini minerari molto importanti.
  • Cause politiche: forte contrasto tra Austria e la Russia per i paesi balcanici (Serbia, Slovenia, Croazia e Grecia) che facevano parte dell’Impero ottomano, i quali ormai stava andando in decadenza. In quegli anni le armi vennero prodotte in massa e questo fu uno dei tanti stimoli favorevoli alla guerra. Gli ufficiali degli eserciti tendevano a premere sui governi affinché risolvessero queste tensioni. Da questo clima bellicista nacquero anche dei movimenti nazionalisti con l’idea che la propria nazione dovesse avere l’egemonia rispetto le altre nazioni europee e del mondo per la razza superiore.

PRIMA GUERRA MONDIALE: INIZIO DEL CONFLITTO

Il 28 giugno del 1914 l’arciduca austriaco in visita a Sarajevo viene ucciso da uno studente, Gavrilo Princip, di origine serba che verrà arrestato dopo l’attentato.

Non scatenò realmente la guerra ma fu usato come pretesto per iniziare il conflitto. L’Austria ferita dall’accaduto accusa il governo serbo di corresponsabilità nell’attentato. Il 23 luglio del 1914 viene mandato un ultimatum alla Serbia. Furono inseriti diversi punti che il paese accettò di buon grado, l’unico che rifiutò fu quello di far partecipare degli agenti austriaci di polizia alle indagini (usato come motivo scatenante). Il 28 luglio del 1914 l’Austria dichiara guerra alla Serbia: la Russia mobilita le sue truppe in sostegno alla Serbia. Il primo agosto dello stesso anno la Germania che si vede minacciata dalla Russia le dichiara guerra. Il 4 agosto la Germania invade il Belgio. Austria e Germania (Triplice Alleanza) contro la Francia, Inghilterra e Russia (Triplice Intesa). L’Inghilterra in guerra e in appoggio a Francia e Belgio. Il Giappone, che aspirava a territori orientali che erano colonie tedesche, dichiara guerra alla Germania.

IL DIBATTITO SULL’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA

Ruolo dell'Italia nella Prima guerra mondiale
Fonte: getty-images

L’Italia, uno degli stati della Triplice Alleanza, si mantiene neutrale all’inizio del conflitto, perché il patto stipulato era di tipo difensivo e l’Austria era stata la prima a cominciare. Giolitti e i moderati erano però dalla parte della neutralità perché le risorse economiche erano scarse e temevano una fragilità politica. Entra in guerra nel maggio del 1915 contro l’Austria e la Germania e stava dalla parte della Triplice Intesa.

In Italia c’era un forte dibattito tra intervenisti, irredentisti, nazionalisti e neutralisti. Gli interventisti volevano l’intervento dell’Italia in guerra (i socialisti rivoluzionari), perché speravano che la guerra potesse essere trasformata in una rivoluzione popolare, quindi destabilizzare il governo e creare un nuovo sistema politico rivoluzionario. Mentre gli irredentisti volevano liberare e conquistare le terre italiane sotto il dominio austriaco. I nazionalisti sono un movimento di persone che si spiravano alle idee dell’evoluzionismo sociale e che volevano fare dell’Italia un paese potente e superiore a tutte le altre. Neutralisti (liberali moderati giolittiani) sono coloro che volevano mantenere la situazione di neutralità dell’Italia perché ritenevano che il paese fosse impreparato a sostenere i costi economici e i rischi politici: una guerra è sempre destabilizzante per un governo e il nostro stato era recente e non aveva una solidità per poter affrontare una guerra così importante. L’unico vantaggio dell’Italia sarebbe stata avere una posizione importante nell’Europa e avere le terre irredenti che però si sarebbe ottenuto anche tramite la diplomazia. Altri personaggi neutrali sono i cattolici e loro erano contrari alla guerra perché la chiesa professava la pace e anche i socialisti moderati perché spinti dall’idea che a pagare le conseguenze della guerra siano sempre i più povere e i vantaggi siano solo per i potenti. Vedevano la guerra come vantaggio solo per le classi capitalistiche e non per gli operai.

Nel 1915 Sonino firma un patto segreto con Francia e Inghilterra dove si dichiarava che entro un mese doveva entrare in guerra l’Italia dalla parte della Francia, Inghilterra e Russia in cambio di concessioni territoriali (terre irredenti).

Il tutto senza chiedere l’autorizzazione del parlamento (cosa che poté fare perché secondo lo Statuto Albertino il consigliere estero aveva lo stesso potere del monarca) e che dovette accettare senza discussione perché ormai il patto era stato concluso. Il 24 maggio 1915 l’Italia entra definitivamente in guerra a fianco dell’Intesa, contro l’Austria e la Germania.

SCHIERAMENTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Alleati Triplice Intesa:

  • 1914: Inghilterra – Russia – Francia - Giappone.
  • 1915: Italia.
  • 1916: Portogallo - Romania - Serbia - Grecia - Montenegro.
  • 1917: Stati uniti – Cina.

Alleati Triplice Alleanza:

  • 1914: Austria-Ungheria – Germania - Impero Ottomano.
  • 1915: Bulgaria.

Neutrali: Spagna - Svizzera – Olanda - Norvegia -Svezia – Finlandia.

FINE DELLA GRANDE GUERRA

Ruolo delle donne nella Grande guerra
Fonte: ansa

Nel 1917 avviene una svolta all’interno della guerra: l’intervento degli Stati Uniti nell’aprile del 1917 che trasforma il conflitto in una guerra mondiale. La Russia si ritira dalla guerra a seguito della rivoluzione sovietica, dove la popolazione si ribella e lo Zar abdicherà e poi verrà ucciso, e da qui nascerà il nuovo governo comunista che si ritirerà perché il mondo del popolo non vuole la guerra e deve riorganizzare la Russia in maniera radicale. La Russia firma la pace di Brest-Litovsk molto gravosa perché perderà territori dell’ex Polonia e risorse economiche.

Il 24 ottobre del 1917 l’Italia subisce la disfatta di Caporetto, ovvero l’esercito italiano è costretto ad arretrare fino al fiume Piave. Fu un evento disastroso perché la condotta militare dei militari italiani fu fallimentare. I soldati vennero mandati come carne da macello in maniera disorganizzata, creando disagio e senso di sfiducia, tutta la popolazione incominciò a diffondere scioperi sommosse tutte ostili alla guerra. Famoso il discorso del papa Leone Benedetto XV che fece appello ai capi del governo e dei paesi belligeranti definendo la guerra un inutile strage. Dopo la disfatta, Diaz, ufficiale che prende il posto di Cadorna, riorganizzò l’esercito e cercò di dotare i soldati italiani con armi moderne e venne chiamata alle armi la classe del 1899 per cercare di infoltire l’esercito italiano. Inoltre, per spingere i soldati a combattere e la popolazione a sostenere i sacrifici della guerra si fecero promesse che non vennero mai mantenute. Questo sarà uno dei motivi che fece aumentare lo scontento e il fascismo riesce prendere il potere facilmente. Nell’ottobre del 1918 l’Italia vince a Vittorio Veneto.

Gli Stati Uniti entrano in guerra perché avevano già aiutato i paesi dell’Intesa dal punto di vista economico, perché Francia e Inghilterra erano paesi democratici e l’altro motivo era perché loro avevano legami investitoriali nelle industrie e perché dopo il ritiro della Russia decidono di entrare per difendere i loro prestiti. Altro motivo era che dopo il blocco dell’Intesa, la Germania aveva iniziato la guerra sottomarina, flotta che silurava, ovvero che colpivano le navi francesi e inglesi e tutte le navi che circolavano nelle acque della manica e nell’Oceano Atlantico vicino la Francia.

Entrano con grande disponibilità economiche e dopo la loro entrata determinò la guerra volgendo a favore dell’Intesa.

Nella storia delle donne la guerra diventa un momento decisivo: per la prima volta nella storia c’è un cambiamento improvviso, le donne iniziano ad avere coscienza del lavoro come operaie e dei loro diritti. Occasione di vita cognitive. Si cercò a fare propaganda anche con le donne, come sostenere i sacrifici dei loro mariti, fidanzati che erano al fronte a combattere.

Il 4 novembre 1918 l’Italia chiede l’armistizio ai paesi dell’Intesa. Da qui poi nascerà una repubblica e il re perderà ogni potere. Anche in Germania nasce una repubblica e chiede l’armistizio.

CONFERENZA DI PACE

Preparata dal presidente americano Wilson già prima che la guerra finisse, e nel gennaio del 1919 fino a Giugno dello stesso anno si aprirono i tavoli di pace. Qui vennero fatti cinque trattati diversi. L’Europa della guerra era ancora quella della sconfitta di Napoleone ma dopo la prima guerra mondiale la geografia dell’Europa cambia in modo radicale. Dal momento in cui si riuniscono decidono i nuovi confini e anche che trattamenti usare contro i paesi sconfitti. I due obbiettivi principali secondo Wilson sono: assicurare la pace per gli anni futuri visto che ormai ogni paese del mondo è strettamente legato ad altri e garantire i commerci internazionali se vogliamo che il mondo vada verso lo sviluppo. L’America è sorta come la nazione più forte economicamente, mentre prima era l’Europa la più forte. Da qui presenta il testo famoso nella storia con il nome “Quattordici punti” di Wilson, creati per evitare un massacro di questo livello per una seconda volta. Tra questi, i più importanti sono:

  • l’adozione dei principi di autodeterminazione dei popoli (nel definire i confini degli stati europei nascono nuovi stati) per evitare che degli stati vengano soppressi da stati più grandi;
  • la libertà di commercio e libertà doganale (creare rapporti fra tutti gli stati del mondo abbattendo tutte le barriere protezionistiche che erano sorte negli anni precedenti);
  • la riduzione degli armamenti al minimo indispensabile;
  • la fine della diplomazia segreta (bisogna che l’opinione pubblica sia sempre a conoscenza di tutto).

Alla fine dei punti Wilson afferma che bisogna costruire un organizzazione chiamata Società delle Nazioni, organismo internazionale formato dai membri di tutte le nazioni che aveva come compito regolare i conflitti internazionale, ovvero evitare le guerre e mantenere la pace nel mondo. Si basa sui principi dei diversi trattati di pace. Creata dopo la prima guerra mondiale ma non riuscirà a impedire la seconda guerra mondiale perché non è vista come una società di rilievo ma solo formale. Si scioglierà dopo la seconda guerra mondiale e nascerà l’ONU.

Con il trattato di pace l’Impero Ottomano scopare dopo circa 1000 anni di vita e molte terre verranno poste sotto il dominio delle forze vittoriose.

La guerra non aveva fatto altro che peggiorare il declino dell’impero facendo aggravare le diversità etniche che erano al suo interno, portando poi a un vero genocidio a danno degli armeni.

Le decisioni furono prese dai vincitori (America, Francia, Gran Bretagna, Italia) e furono firmati cinque trattati di pace: Conferenza di Parigi, Versailles, Saint-Germain-en-Laye, Neuilly e Trianon.

DIFFERENZE TERRITORIALI TRA PRIMA E DOPO LA GUERRA

Impero ottomano: Turchia. Impero russo: URSS (che ha perso la Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia). Impero Austro-ungarico: Repubblica austriaca, si crea l’Ungheria e Cecoslovacchia, i paesi Balcanici (Albania Macedonia Grecia Iugoslavia). In Italia arrivano alcune delle terre irredenti (Trento e Trieste). La Germania viene divisa in due creando così la Prussia orientale perché viene posto un corridoio per Danzica per permettere uno sbocco marittimo anche alla Polonia, e perde tutte le colonie in Africa e in Oriente.

CONSEGUENZE ECONOMICHE, SOCIALI E CULTURALI DELLA GRANE GUERRA

L’Europa ha perso la propria egemonia nel mondo, non è più il continente più importante e non decide più le sorti del mondo. E gli Stati Uniti diventano il paese più forte a livello economico e politico nel mondo. Dopo la guerra tutti gli stati intervengono sulle economie nazionali. I governi si occuperanno di regolare le attività economiche del proprio paese. Gli interessi economici erano legati alle scelte politiche. Problema per riconvertire il lavoro delle industrie (molte industrie avevano modificato la propria produzione in funzione della guerra); avviene la riconversione, ovvero tornare a produrre delle merci utili per il periodo di pace. Questo comportò il licenziamento di operai che servivano invece per produrre armi per la guerra, mentre si formano altri operai. Disoccupazione di molti operai che porta alla diminuzione di acquisti da parte degli operai e di questa fascia operaia. Così facendo diminuisce la domanda e si inizia a vendere meno e di conseguenza diminuiscono gli investimenti e la produzione.

Investimenti americani. Nei paesi europei le conseguenze sono molto negative tanto che l’Europa (vincitrici e perdenti) furono costretti a chiedere prestiti all’America. Essi investono e sostengono i paesi europei ma allo stesso tempo impongono un certo prestigio in campo politico. Questa situazione genera delle tensioni sociali.

Tensioni sociali. Chi ci perde di più sono sicuramente le classi che hanno un reddito fisso e il ceto medio. E’ il periodo del biennio rosso (1919-1920): lotte operaie e contadine ed occupazione delle fabbriche. I governi degli stati si trovavano quindi di fronte a una situazione molto difficile da gestire perché da una parte c’è la crisi economica e dall’altra il conflitto tra imprenditori e lavoratori che diventata sempre più acceso. Nei paesi più recenti dove lo stato liberale era nato da poco e con l’avanzata delle classi sociali e la delusone porteranno alla disfatta dei governi e alla nascita di movimenti, come il nazismo e il fascismo.

LA GRANDE GUERRA: LE IMMAGINI DEL CONFLITTO

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