Campi di concentramento in Polonia e in Austria
Descrizione e cenni storici sui campi di concentramento in Germania, Polonia, Austria, Boemia, Alsazia, Paesi Baltici, Cuba.. (2 pagine formato doc)
CAMPI DI CONCENTRAMENTO: AUSCHWITZ
Campi di concentramento. Vasto spazio chiuso da filo spinato o da altro elemento divisorio, fortemente presidiato e adibito all'internamento di quanti, in un regime dispotico, sono considerati avversari per motivi politici o razziali. Il trattamento in genere si estende anche ai gruppi militari che lo stesso regime non riconosce come combattenti. Nel linguaggio comune la denominazione campi di concentramento è spesso estesa anche ai campi di prigionieri di guerra, ma il diritto lo esclude perentoriamente, in quanto per questi ultimi vige un codice internazionale che regola, tra l'altro, il trattamento dei prigionieri, la durata della prigionia, ecc., mentre per i campi di concentramento non può esservi legge, in quanto in un regime democratico l'opposizione politica fa parte dei diritti di ogni cittadino.
Campi di concentramento e di sterminio: ricerca
CAMPI DI CONCENTRAMENTO: POLONIA
Il primo campo di concentramento fu istituito dagli Spagnoli a Cuba per rinchiudervi, nel 1868, gli insorti che erano stati fatti prigionieri. L'esempio fu seguito dagli Inglesi nella guerra combattuta nel Sudafrica contro i Boeri (1899-1902). Per fiaccare la resistenza degli avversari, gli Inglesi rinchiusero nei campi di concentramento donne, vecchi e bambini e ve li tennero come ostaggi. I campi di concentramento riapparvero durante la Prima guerra mondiale, quando servirono a imprigionarvi i cittadini di Stati belligeranti nemici, che allo scoppio del conflitto si trovavano in territorio diventato nemico. Altri campi di concentramento comparvero in Russia dopo la Rivoluzione del 1917 e di questi ebbero tutte le caratteristiche anche se chiamati con il nome meno severo di campi di lavoro. Altri ne conobbero la Spagna durante la guerra civile (1936-39) e la Grecia dopo il fallimento dell'insurrezione comunista del 1944.
Le attività dei prigionieri dei campi di concentramento, appunti
CAMPO DI CONCENTRAMENTO: BERLINO
In Germania i primi campi di concentramento comparvero non appena i nazionalsocialisti e Hitler presero il potere nel 1933 e fu subito evidente che alla loro istituzione presiedeva la politica dello sterminio scientifico, in una stretta osservanza dell'ideologia razziale nazista. Col pretesto di «rieducare i Tedeschi antinazisti», furono internati migliaia di comunisti, socialdemocratici, ebrei, protestanti e obiettori di coscienza. Ben presto l'organizzazione dei campi di concentramento assunse una tale ampiezza che Hitler ne volle affidata la custodia alle SS, la milizia del regime, destinata a formare l'aristocrazia della razza tedesca educata all'obbedienza cieca in un'assoluta insensibilità morale. Fra le esperienze attuate nei campi di concentramento, dove la tortura era norma, venne praticata anche l'eutanasia come mezzo di «soppressione di vite indegne di essere vissute», primo passo verso quella «razionalizzazione dello sterminio» che culminò con le camere a gas e i forni crematori.
Lo sterminio nei campi di concentramento, appunti
CAMPO DI CONCENTRAMENTO: DACHAU E MAUTHAUSEN
Per le necessità della loro economia di guerra, i nazisti concepirono i campi di concentramento come un'enorme riserva di lavoro servile, non pagato e sempre rinnovabile. A questo scopo, fin dall'inizio della Seconda guerra mondiale, essi organizzarono una ventina di grandi campi di concentramento distribuiti in Germania (Dachau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenburg, Oranienburg-Sachsenhausen, Dora, Neu-Bremm, Neuengamme); in Polonia (Auschwitz , Birkenau, Maidanek, Stutthof); in Austria (Mauthausen); in Boemia (Terezin); in Alsazia (Natzwiller, Strithof); a Riga e a Kaunas nei Paesi Baltici. In ognuno gli internati facevano parte di Kommandos (distaccamenti), variabili di numero secondo il lavoro cui erano adibiti. I campi, che sorgevano in luoghi disabitati e spesso malsani, in genere erano composti da baracche di legno larghe da sette a dieci metri e lunghe cinquanta, costruite dagli stessi internati.