Decolonizzazione africana: riassunto
Riassunto sul processo di decolonizzazione in Africa, iniziato dopo la Seconda guerra mondiale (1 pagine formato txt)
DECOLONIZZAZIONE AFRICANA: RIASSUNTO
La Decolonizzazione in Africa.
La seconda guerra mondiale accelera il processo di risveglio dei popoli africani. Le promesse di rinnovamento politico vengono mantenute solo in parte dalle potenze coloniali. Francia e Gran Bretagna introducono riforme amministrative che non riescono però a fermare il sorgere di movimenti nazionalisti. Il processo di indipendenza si svolge abbastanza rapidamente tra il 1956 e il 1962. Nel 1951 in Libia viene restaurata la monarchia, nel 1956 Marocco e Tunisia sono indipendenti. Falliscono i tentativi di Parigi di creare una Comunità Francese in Africa e i tentativi inglesi di dare vita a Federazioni nell'Africa Occidentale e nell'Africa Centrale. Nel 1957 il Ghana è il primo Stato dell'Africa nera ad acquistare l'indipendenza, segue la Guinea nel 1958, ma è il 1960 l'anno dell'Africa: Camerun, Congo ex francese, Gabon, Ciad, Repubblica Centroafricana, Togo, Costa d'Avorio, Alto Volta, Niger, Nigeria, Senegal, Mali, Madagascar, Somalia, Mauritania e Congo ex belga ottengono l'indipendenza.Tesina sulla Decolonizzazione in Algeria
LA DECOLONIZZAZIONE DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE
L'anno seguente spetta a Sierra Leone e Tanganika, che unitosi allo Zanzibar forma il nuovo Stato di Tanzania (1964). Nel 1962 i paesi dei Grandi Laghi: Uganda, Burundi e Ruanda, nel 1963 il Kenya e nel 1965 Gambia e Botswana chiudono la grande era della decolonizzazione. Il movimento panafricano trova la sua realizzazione con la nascita della Organizzazione per l'Unità Africana (Oua) nata nel 1963. Un caso a parte merita la storia dell'Algeria, dove il Movimento di Liberazione rivendica l'autonomia all'interno della Union Française, ma la forte opposizione dei Francesi d'Algeria spingono i movimenti autonomisti a creare un Fronte di Liberazione Nazionale (Fnl) che dal 1954 al 1962 porta avanti la lotta di liberazione. Al terrorismo degli indipendentisti si oppone il terrorismo della Legione Straniera e delle unità dei paracadutisti: 160.000 algerini del Fnl resistono a un esercito di quasi mezzo milione di soldati. La guerra si trasforma in massacro: muoiono più di un milione di civili su una popolazione complessiva di dieci milioni. La crisi si sposta in Francia e permette l'ascesa di De Gaulle che nel 1959 concede l'autodeterminazione. Si scatena la rabbia dei generali "ultras" che attuano il putsch d'Algeri, stroncato con energia da De Gaulle. Nasce il movimento terrorista dell'Oas (Organizzazione Militare Segreta) che però non evita nel 1962 l'Indipendenza dell'Algeria, sancita anche da un referendum in Francia.