Federico II di Svevia, lo stupor mundi: riassunto
Riassunto su Federico II di Svevia, figlio di Ernico VI e di Costanza d'Altavilla, imperatore del Sacro Romano Impero (7 pagine formato doc)
FEDERICO II DI SVEVIA STUPOR MUNDI: RIASSUNTO
Federico II di Svevia: All’inizio del XIII secolo il papato sembrava avere raggiunto il culmine del proprio prestigio e della propria potenza.
Eppure, questo splendore era più apparente che reale, i primi sintomi della decadenza della Chiesa romana, incapace di reprimere i moti ereticali, erano visibili.Dall’altro lato il potere imperiale, pareva essere destinato a risollevarsi grazie alla magnificenza di Federico Barbarossa. Non si ebbero più dubbi dopo l’ascesa al trono imperiale di Federico II, nipote del Barbarossa, una delle personalità più forti e affascinanti del suo tempo e dotato più di ogni altro di una forte coscienza della dignità dell’impero. Nessuno più di lui seppe mostrarsi tanto fermamente deciso a rivendicare i diritti imperiali e a fondare nella penisola uno stato unitario, che fosse per di più indipendente dalla Chiesa. Quest’atteggiamento era però destinato a suscitare la reazione dei Comuni, sempre più risoluti a difendere la loro libertà e le loro istituzioni autonome, e quella dello stesso pontefice Innocenzo III.
Riassunto su Federico II di Svevia, lo stupor mundi
ENRICO VI DI SVEVIA
Federico II in quanto figlio di Enrico VI e di Costanza d’Altavilla, era chiamato a ricoprire da parte di padre la carica di imperatore del Sacro Romano Impero, e da parte di madre quello di re di Sicilia. Nel 1198, alla morte della madre Costanza, fu affidato alle cure del pontefice Innocenzo III, il quale non fece mai mistero del suo desiderio di spezzare il cerchio che i domini imperiali da nord e da sud stringevano in una morsa lo stato pontificio. Per questo motivo cercò di dare concretezza al suo progetto impedendo in ogni modo al suo pupillo di riunire nella propria persona le due corone di Sicilia e dell’Impero. A tal fine si premurò di far riconoscere imperatore del Sacro Romano Impero (1209) Ottone I di Brunswick, il quale gli si dimostrava piuttosto devoto.
Le cose però si complicarono poiché Ottone prese la decisione di far suo anche il trono di Sicilia, vanificando così tutti gli sforzi del pontefice. Fu allora che Innocenzo III, dopo aver scomunicato Ottone, pensò di ricorrere a Federico, piuttosto ben visto dai nobili germanici come nipote del grande Barbarossa, operando in suo favore, riuscì a fargli attribuire la corona di re di Germania (1212) con la promessa però di rinunciare a quella di Sicilia, già in suo possesso: il che di fatto avvenne, visto che Federico in quello stesso anno cedette la corona siciliana a suo figlio Enrico di appena un anno. Questo accordo fece apparire Federico agli occhi di molti come un docile strumento della chiesa, altri attribuirono al giovane re una grande astuzia nel constatare l’indispensabilità dell’appoggio papale.
Federico II di Svevia: riassunto breve
FEDERICO II DI SVEVIA: RIASSUNTO
-La corona regia
Una volta consolidata la sua posizione in Germania in seguito alla battaglia di Bouvines (1214) e ottenuta l’anno successivo la corona regia poco prima che Innocenzo III morisse improvvisamente nel giugno 1216, Federico non rinunciò a risolvere a proprio favore il problema dell’incoronazione imperiale, visto che il nuovo pontefice Onorio III, suo vecchio istitutore, era ugualmente devoto alle idee del predecessore Innocenzo III, ma assai meno energico e battagliero di lui.
Per Federico non fu affatto difficile ottenere nel 1220, l’incoronazione imperiale e al tempo stesso, il diritto di conservare la Sicilia con la rinnovata promessa da parte sua, di mantenere però separata l’amministrazione di quest’ultima dall’impero e di condurre entro tempi brevi una nuova crociata in Terrasanta, secondo un preciso impegno già da tempo preso con Innocenzo III e da Onorio III vivamente appoggiato in seguito all’insuccesso della quinta Crociata. Il giovane imperatore però impegnato complessi problemi in Germania e soprattutto in Italia a causa della crescente ostilità dei comuni, non mantenne subito la promessa fatta rinviandone l’attuazione pratica.