Gli anni della ricostruzione in Italia: 1943-1958

Gli anni della ricostruzione in Italia: dall'uscita dell'Italia dalla seconda guerra mondiale (1943) al boom economico (1958) (5 pagine formato doc)

Appunto di giuggiferrari

GLI ANNI DELLA RICOSTRUZIONE IN ITALIA: 1943-1958

Gli anni della ricostruzione in Italia dopo la Seconda guerra mondiale: 1943-1958 - A partire dal 25 aprile 1945, data della liberazione, inizia il processo di formazione della prima repubblica italiana.

Per attuare ciò bisogna però fare fronte a una serie di  problemi istituzionali:
-Nelle città liberata dai partigiani l’autorità viene affidata ai partiti del Cln;
-Tutte le forze che hanno partecipato alla lotta contro il fascismo vogliono un nuovo governo politico basato sulla discontinuità;
-Nel sud Italia dove non vi è stata una lotta partigiana, si verifica sin da subito maggiore attaccamento all’istituto monarchico;
-In Sicilia già precedentemente allo sbarco degli alleati, riprese piede il movimento separatista.
Gli alleati volendo evitare di complicare la situazione, alla fine della guerra, garantiscono alla Sicilia, uno statuto speciale;
-Inizia il processo di smobilitazione delle forze partigiane armate; incontrando però l’opposizione di partigiani che si rifiutano di consegnare le armi;
-Esigenza di istituire un amnistia per poter “voltare pagina”.

LA SITUAZIONE IN ITALIA DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Poco dopo l’8 settembre 1943 si riunirono a Roma i rappresentanti dei sei partiti antifascisti del Cln (comitato di liberazione nazionale): la Democrazia cristiana, il Partito comunista, il Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP), il partito liberale, il partito d’azione, e la democrazia del lavoro. Nel vuoto politico seguito all’armistizio e alla fuga del re a Brindisi essi si autoproclamarono rappresentanti del popolo italiano proponendosi come l’Italia democratica contrapposta ai fascisti a alla monarchia. Lo scontro tra il Cln e Badoglio venne sbloccato da Palmiro Togliatti, il leader comunista con la cosiddetta “svolta di Salerno” egli propose di accantonare l’opposizione alla monarchia e di punire alla sconfitta del nazifascismo, chiese la formazione di un governo di unità nazionale. L’iniziativa di Togliatti portò il 22 aprile alla nascita di un esecutivo presieduto  da Badoglio e composto da esponenti dei partiti del Cln. Il 4 giugno 1944, alla liberazione di Roma, il re Vittorio Emanuele III rispettò l’impegno preso di cedere a Umberto la luogotenenza generale del regno.

L'Italia nel secondo dopoguerra: riassunto

L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA: IL PERIODO DELLA RICOSTRUZIONE

L’esecutivo di Badoglio venne sostituito dal governo Bonomi. Un nuovo governo Bonomi nacque nel 1944: esso avrebbe guidato il paese fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale. Dopo vent’anni di dittatura i partiti tornavano a essere i protagonisti. Ma il debutto della democrazia non fu facile. I partiti sebbene accomunati dall’antifascismo presentavano ideologie e progetti politici assai diversi.  I comunisti di Togliatti pur non invocando la rivoluzione, miravano a una trasformazione radicale. I socialisti guidati da Nenni si dividevano tra massimalisti e riformisti, tra favorevoli all’alleanza con il Pci e autonomisti. La democrazia cristiana raccolse i contadini e la piccola borghesia e accolse tra le sue file i giovani cresciuti nelle organizzazioni cattoliche. Il suo leader era Alcide da Gasperi che voleva per l’Italia una democrazia fondata sull’eguaglianza dei cittadini sulla solidarietà. Il partito dei moderati capace di fronteggiare la spinta dei socialisti e dei comunisti, la Dc raccolse subito ampi consensi e l’appoggio aperto della Chiesa e degli Stati Uniti. Accanto ai tre grandi partiti di massa si ponevano formazioni minori. Il partito d’azione mirava a una “rivoluzione democratica”.