Illuminismo francese: riassunto della storia dell'Illuminismo in Francia

Concetti base sulla storia dell'illuminismo francese. Riassunto sull'Illuminismo francese, che liberò il paese dalle idee dell'Ancien Régime

Illuminismo francese: riassunto della storia dell'Illuminismo in Francia
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Illuminismo francese

Illuminismo francese
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Nel 1700 in Francia nasce il movimento culturale chiamato Illuminismo, nato dall’idea di lume della ragione che guida l’uomo verso il progresso civile e l’ampliamento delle conoscenze.

Lo scopo dell’Illuminismo è quello di riformare la Francia, liberandola dalle idee conservatrici dell’Ancien regime e attuando una vera e propria riforma sociale sotto la guida della ragione. Impronta laica, affrontano poco i temi religiosi ma quando lo fanno, avviene con la ragione. Spirito progressista.

La nascita dell'Illuminismo

Con l’età umanistico-rinascimentale c’erano alcuni concetti precursori dell’Illuminismo. Poi le guerre di religione portarono ovunque rovina, buio e intolleranza. Dopo le guerre di religione ci fu un periodo di tolleranza religiosa. Le filosofie di questo periodo si sviluppano sull’idea di diritto naturale (anticipato in parte dal pensiero antico, vedi sofisti, stoici ecc) uguale per tutti gli uomini poichè dotati di ragione. Queste idee precorrono la nascita dell’Illuminismo. Impronta laica, filosofia moderna che nasce dalla divisione di ragione e fede caratteristica del medioevo. Ragione esercitata in autonomia.

Immanuel Kant, filosofo tedesco (prussiano) scrisse la celebre fase per definire l’Illuminismo: L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità’ che indica quando un uomo non è la guida di se stesso.

Importante è la frase Audere sapere, ovvero abbi il coraggio di sapere, abbi il coraggio di usare la tua ragione per uscire dallo stato di minorità.

La ragione

La ragione per gli illuministi ha caratteri universali, è uguale per tutti, è ciò che accomuna tutti gli esseri umani indipendentemente da qualsiasi differenza (pensiero cosmopolita). Non possiamo non essere d’accordo con i principi dettati dalla ragione (come ad esempio che gli uomini godono di diritti naturali che sono inalienabili), verità assolute che non fioriscono e non tramontano, esistono e basta. L’atteggiamento illuminista è antidogmatico e antiautoritario.  

Il problema principale degli uomini è che non sempre hanno usato la ragione nella storia, come ad esempio nel Medioevo, età dove - secondo il pensiero di molti - gli uomini hanno seguito fanatismo e superstizioni comportandosi completamente in modo irrazionale e quindi, per gli illuministi, sbagliatissimo.

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Illuminismo e politica

L'Illuminismo viene spesso associato alla politica: le idee illuministe ispirarono infatti molto sovrani illuminati: Federico II di Prussia e Caterina la zarina di Russia lo furono entrambi, ma il principale esponente dell’assolutismo illuminato è Giuseppe II d’Asburgo. Tutti, però, ebbero risultati esigui e destinati a durare poco.

Il potere assoluto, non necessariamente monarchico, nelle mani di un sovrano illuminato dal lume della ragione è positivo e non negativo come si potrebbe pensare. 

La divisione dei poteri

Montesquieu, autore de Lo spirito delle leggi, parla dei modelli di potere e dei rapporti fra modelli e principi:

  • Monarchia ---> Onore
    Amore per la patria e concetto di fratellanza fra concittadini.
  • Repubblica ---> Virtù
    Sentimento condiviso di orgoglio di appartenere ad un determinato rango.
  • Tirannide ---> Paura 
    Il sovrano basa il suo potere sul timore che incute ai cittadini.

La divisione dei poteri è l’unica cosa che può salvare un popolo dalla tirannide e dall’anarchia.

 

  • Potere legislativo =  parlamento; crea e approva le leggi.
  • Potere esecutivo = governo; stabilisce le direttive politiche (estera e interna) da adottare.
  • Potere giudiziario = magistratura; adottare misure ai danni di coloro che non rispettano le leggi.

Il liberalismo è una dottrina che pone al centro l’individuo in quanto tale, con i suoi diritti naturali inalienabili senza distinzione alcuna.  Lo scopo dello stato deve essere quello di mettere in condizione  l’uomo di perseguire la sua libertà, felicità purchè non nuoccia a nessuno e segua le leggi. 

Economia illuminista

La scuola della fisiocrazia è la prima scuola econimica e fa nascere l'economia come dottrina (scienza); è il risultato della elaborazione delle idee di Quesnay che, insieme ad altri illuministi, si pone il problema di che cosa rende un paese ricco.

In primo luogo c'è l'attività agricola che è l'unica che garantisce un ''prodotto netto'' (surplus).

Tutte le attività importanti dal punto di vista sociale come l'artigianato, il commercio, la medicina, la giustizia vengono chiamate classi sterili che però esistono solo grazie all'agricoltura.

L'economia sottosta alle leggi della ragione cioè se si ha un terreno bisogna sfruttarlo.

Fisiocrazia

La fisiocrazia era favorevole alla libera circolazione delle merci e opposta al mercantilismo. Questo accadeva perchè stimolava la produzione. Si parla di mercato libero, concorrenza.

Uno scozzese, Adam Smith, scrive ''La ricchezza delle nazioni''. Caposaldo che cambia le sorti dell'economia. Per aumentare la ricchezza delle nazioni, e quindi la produzione, bisogna far attenzione a due fattori. Il primo, assumere più lavoratori, per avere una maggiore produzione; il secondo, guardare la produttività del singolo lavoratore. Il principio che tutt'oggi è utilizzato in ogni attività produttiva è la divisione del lavoro ed è appunto anche alla base della produttività del singolo lavoratore.

Smith prende in considerazione la produzione degli spilli, attività che richiede operazioni diverse: estrarre il ferro dalle miniere; trasportarlo; fonderlo; rovesciarlo in canaline; raddrizzarlo; tagliarlo; fare la punta; fare la testa dello spillo. Per dimostrare che anche la produzione di un ente così elementare ha bisogno di tante fasi.

Quindi se si dividono i compiti la merce costerà di meno e si avrà una produzione più ampia.

La divisione del lavoro quindi è il modo più efficace per produrre di più e in minor tempo  e quindi per aumentare la ricchezza del paese.

Ma questo principio non può essere applicato più di tanto all'agricoltura ma a quella manifatturiera

Liberismo

Smith è il padre del liberismo che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per molti governi.

Smith mette in evidenza che oltre alla produttività sul mercato si incontrano ovviamente domanda e offerta e dice che il loro rapporto deve regolarsi spontaneamente e deve essere il mercato a decidere e non lo Stato. La ''mano invisibile'' è ciò che permette di trovare un punto di equilibrio e di stabilità in modo libero nei rapporti produzione, prezzo, domanda, offerta.

Anche per Smith il mercantilismo è assolutamente da evitare poichè rappresenta esattamente il contrario dei suoi ideali e pensieri.

Il compito dello Stato è quello di garantire le condizioni per cui questo meccanismo possa funzionare: libertà e giustizia.

Illuminismo e diritto

Cesare Beccaria
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Gli uomini devono vivere in comunità organizzate e trovano soddisfazione nella condivisione della massima felicità. Ma questa comunità è ben organizzata tramite una legislazione: si pensi a Cesare Beccaria, autore di Dei delitti e delle pene.

Ogni trasgressione alla legge, quindi ogni delitto, è qualcosa che arreca danno alla società quindi la società ha diritto di infliggere una pena a chi ha compiuto un delitto, come risarcimento di un danno. Il delitto non è un peccato, c’è una visione assolutamente laica.

Ovviamente la pena deve essere calibrata rispetto al delitto, per la giustizia delitto e pena devono essere proporzionati.

La certezza della pena è ciò che dissuade qualcuno dal compiere un delitto.

La pena di morte

La tortura veniva usata come mezzo di estorsione. Ma nessuno può essere considerato colpevole senza un processo.

Ogni persona deve sentirsi protetta dalla società a cui appartiene, e la tortura risulta esattamente fare il contrario.

‘’La tortura è il modo per liberare un uomocolpevole ma robusto e er condannare un uomo innocente ma fragile’’.

Beccaria ha anche constatato l’illegittimità della pena di morte. Il carattere esemplare della pena di morte non è valido dal punto di vista psicologico poichè se un uomo viene posto di fronte ad una violenta esecuzione, tende a rimuovere le immagini, quindi non ha carattere dissuasivo. Beccaria osserva che affrontare una pena lunga e sicura è sicuramente più utile dal punto di vista del dissuadere dal comettere un delitto.

Nel momento in cui si vive in una società organizzata si accetta la sottomissione ad un governo e quindi la limitazione della libertà personale e questo è un vero e proprio contratto stipulato. 

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