Cattaneo, Balbo, Mazzini, Gioberti, D'Azeglio, Ferrari

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Appunto di memolenet
CARLO CATTANEO CARLO CATTANEO Il credo federalista ha caratterizzato tutta l'esistenza di Cattaneo.
Il federalismo era una tendenza per lui così naturale sulla via dell'incivilimento che non necessitava di ulteriori evidenze. Cattaneo giustificava la necessità di un'ampia autonomia amministrativa nel nome supremo della libertà. A differenza di Mazzini, riteneva che federalismo e repubblicanesimo dovessero marciare di pari passo, proprio come negli Stati Uniti. Tante piccole repubbliche avrebbero dovuto costituire l'ossatura di una più grande e forte repubblica federativa. A far fallire i suoi progetti contribuì forse anche il suo atteggiamento duro e irremovibile, contrario ad ogni compromesso.
Carattere aspro e intransigente, Cattaneo, del resto, non le mandava a dire a nessuno. E litigava spesso, e con tutti. . In breve, un personaggio a dir poco intrattabile, testardo nella vita di tutti i giorni così come quando si trovò a ragionare di politica. Cattaneo, nonostante avesse giudicato rischiosa l'insurrezione, e con i suoi abituali modi bruschi avesse mandato a dire che "quando la ragazzaglia scende in piazza, le persone serie stanno a casa", alla fine accettò di guidare la rivolta. Ma lo fece più che altro per amore verso la sua città, e soprattutto per impedire che a Milano arrivasse Carlo Alberto, e con lui il gretto centralismo rappresentato allora da casa Savoia. Considerava ill popolo come un'entità concettuale che inglobava ceti e classi diverse mosse da un unico fine politico o storico. La lotta di classe non esisteva nell'orizzonte politico cattaneano. Il suo atteggiamento davanti al formarsi della classe operaia era quello paternalistico dell'epoca. Capitale e lavoro dovevano armonizzarsi, magari con l'aiuto di opere caritatevoli o con la costituzione di società operaie di mutuo soccorso. L'ottimismo del suo pensiero liberale non prevedeva lo scontro di classe, anche perché il nerbo del popolo era per lui costituito dalla borghesia cittadina, cuore di un incivilimento che affondava le sue radici nell'Italia dei liberi Comuni. Non a caso Cattaneo è stato definito, se non il leader politico, lo storico e l'ideologo della borghesia italiana, il teorico delle élite di governo. Ma sarebbe sbagliato vedere in lui anche un artefice dell'idea nazionale italiana. All'Italia Cattaneo non pensava affatto. Il suo sogno non era l'unità nazionale, ma un Commonwealth mitteleuropeo a guida austriaca, in cui il Lombardo-Veneto prendesse il suo posto come Land dotato di ampia autonomia. Tant'è vero che quando gl'insorti gli proposero come testata del loro giornale (che non fece in tempo ad uscire) L'Italiano, lui la cambiò ne Il Cisalpino. Cattaneo non accettò mai l'Italia qual era e quale non poteva non essere, visto il modo in cui si era fatta. CESARE BALBO Cesare Balbo - Uomo politico, storico e letterato, nato a Torino da Prospero B. il 27 novembre 1789 e morto ivi il 3 giugno 1853, risentì, nella sua formazione mentale e morale, delle tendenze de