Decollo Industriale nel periodo Giolittiano
Appunto essenziale e schematico sul Decollo Industriale nel periodo Giolittiano (Riforme di Giolitti, politica interna e politica estera). (file.doc, 2 pag) (0 pagine formato doc)
Decollo Industriale nel periodo Giolittiano Decollo Industriale nel periodo Giolittiano In Italia nel 1896 avviene il decollo industriale.
Governi della sinistra: industrializzazione, protezionismo. La situazione dell'Italia Meridionale peggiora. Si potenziano le industrie nascenti al nord. C'è una scelta settoriale. Il protezionismo porta alla crisi dell'Italia Meridionale, il fenomeno dell'emigrazione si accentua: gli emigranti mandano i loro guadagni alle famiglie. In Italia circola la moneta straniera. Scelta di carattere industriale: incentivate le industrie pesanti, si creano delle opere per agevolare le industrie, assorbimento dei grandi complessi industriali, che sottomettono i piccoli: squilibrio che porterà a problemi politici. Dopo l'uccisione di Umberto I, nel 1900, sale al trono Vittorio Emanuele III. Inizia il Ministero di Giolitti. Il primo ministero 1901/1903: diviso con Zanardelli: è un lungo ministero, ma con delle pause, poiché nei momenti di crisi, Giolitti scioglieva il governo ed indiceva nuove elezioni. La politica è sempre di stampo democratico, si ispira dai socialisti. Il popolo si deve esprimere attraverso gli scioperi. Giolitti parte dal presupposto che tutti debbano essere retribuiti in modo uguale. Avrebbe voluto attuare come Cavour un connubio con la sinistra (Filippo Turati), ma Giolitti non ce la fa, poiché Turati non accetta per paura di non essere compreso. Giolitti quando inizia a governare concede grande libertà di sciopero. Questo fa paura alla classe borghese che gli si dichiara ostile e forma delle associazioni per difendersi. Gli industriali iniziano ad adottare delle liste nere con i nomi degli organizzatori degli scioperi, che venivano poi date agli imprenditori poiché codeste persone inserite nelle liste non venissero più assunte. Riforme di Giolitti Nazionalizzazione delle Ferrovie: i proprietari le avevano lasciate cadere in disuso. Per reperire i fondi necessari, propone una riforma rischiosa, e cioè la conversione della rendita nazionale dal 5% al 3,5%. Chiede all'opinione pubblica di concorrere a dei finanziamenti, rinunciando a parte del profitto, che i possessori dei buoni del tesoro avrebbero avuto, che sarebbe calato dal 5% al 3,5%. Se l'opinione pubblica non avesse avuto rispetto di questo statista, avrebbe potuto vendere i buoni del tesoro in blocco. La gente fa diversi sacrifici, perché sapeva che i loro soldi erano spesi bene. Monopolizzazione delle assicurazioni : con questa monopolizzazione Giolitti è ostacolato da tutti; investe i soldi per creare una cassa per la vecchiaia ed invalidità dei lavoratori. Suffragio Universale Maschile : Giolitti voleva allargare la base dello Stato, voleva che anche i ceti che non potevano votare, ora lo potessero fare. Egli propone che anche gli analfabeti potessero votare, purchè avessero più 30 anni e avessero fatto il servizio militare. Giolitti, capì che la situazione italiana era a livelli animaleschi, e sbilanciata, di conseguenza spinge i Cattolic