Dichiarazione dei diritti

Ricerca sulla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789. (file.doc, 6 pag) (0 pagine formato doc)

Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino In mezzo a tutte le difficoltà che caratterizzarono l'anno 1790, l'Assemblea Costituente perseguì tenacemente la ricostruzione della Francia: da quel momento si dedicò alla redazione della Costituzione liberale, pubblicata nel 1791.
Nel preambolo, noto come Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino, i delegati formularono gli ideali rivoluzionari condensati poi nell'espressione "liberté, égalité, fraternité". Approvata dall'Assemblea Nazionale il 26 agosto del 1789, la Dichiarazione è ancora oggi il fondamento giuridico di tutte le costituzioni delle democrazie occidentali. Ricalcata sulla Costituzione degli Stati Uniti d'America, la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, è la summa del pensiero illuminista da Montesquieu a Voltaire, da Diderot a Rousseau.
I punti salienti della Dichiarazione sono la libertà di pensiero, di parola e religiosa; l'importanza della Legge (scritta) e l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte ad essa; il diritto alla proprietà e alla sicurezza; la resistenza all'oppressione perpetrata dai governi sul popolo; il dovere di ogni amministratore di rendere conto all'intera società del proprio operato; la democrazia fiscale. ? I costituenti, da figli dell'illuminismo, vollero razionalizzare la società e le istituzioni, ma prima dovevano dare valore universale ai principi sui quali queste si fondavano. Ma in quanto rappresentanti della borghesia, esposti agli intrighi della controrivoluzione e alla pressione delle forze popolari, non si peritarono a piegare la loro opera agli interessi della loro classe, a dispetto persino dei principi solennemente proclamati. Per questo essi seppero destreggiarsi e piegarsi di fronte alle circostanze. Questa contraddizione spiega sia la caducità dell'opera politica dell'Assemblea Costituente, già in rovina nel 1792, sia la risonanza dei principi da essa proclamati, la cui eco non si è ancora smorzata. ? Solennemente proclamati, sempre invocati, con entusiasmo da alcuni, con ironia da altri e con rispetto profondo dalla stragrande maggioranza, i “principi” sui quali la borghesia costituente costruì la sua opera pretendono di fondarsi sulla ragione universale. Essi trovarono la loro massima espressione nella Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino, secondo il cui preambolo l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo costituiscono “le sole cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi”. D'ora in avanti i “reclami dei cittadini, fondati sui principi semplici e incontestabili” non potranno che volgersi “alla salvaguardia della Costituzione e al bene di tutti”: credenza piuttosto ottimistica nell'onnipotenza della ragione, del tutto conforme allo spirito del secolo dei lumi. Adottata il 26 Agosto 1789, la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino costituisce il “catechismo” del