Dopoguerra e Biennio rosso: riassunto
Breve riassunto di storia contemporanea sulla crisi del primo dopoguerra e sul biennio rosso (2 pagine formato doc)
PRIMO DOPOGUERRA E BIENNIO ROSSO
La crisi del dopoguerra.
La difficile trattativa di Versailles. 18 GENNAIO 1919: nella reggia di Versailles si tiene la conferenza di Pace tra potenze vincitrici: l'Italia pretendeva la Dalmazia, abitata soprattutto da slavi, perciò rivendicata dalla Jugoslavia e Fiume, abitata soprattutto da italiani (principio di autodeterminazione dei popoli) che gli era stata promessa nel Patto di Londra.I partecipanti Italiani sono il presidente del consiglio (Vittorio Emanuele Orlando) e il Ministro degli Esteri (Sidney Sonnino).
Il 24 APRILE l’Italia lascia le trattative come forma di protesta, ma il 29 MAGGIO torna a negoziare, per non rischiare di perdere quel poco che le spetta.
Occupazione di Fiume. Orlando si dimette e viene eletto: Francesco Saverio Nitti (economista liberal-democratico) che affronta il malcontento dell'opinione pubblica borghese il cui rappresentante principale è Gabriele D'annunzio che sarà l’artefice dell’occupazione di Fiume nel settembre del 1919.
Nitti viene accusato di non tutelare gli interessi nazionali.
Nel 1920 torna al governo Giolitti che si impegna da subito per risolvere il problema della Jugoslavia:
12 OVEMBRE 1920 firma il Trattato di Rapallo che stabilisce:
• La Jugoslavia ottiene la Dalmazia tranne Zara;
• L’Italia ottiene l'Istria;
• Fiume diventa Stato libero e indipendente, sotto la tutela della Società delle Nazioni (nel 1924 con accordi politici andrà all'Italia, fino alla II Guerra Mondiale).
BIENNIO ROSSO E FASCISMO
Il Partito Popolare Italiano.
Il 18 gennaio 1919 Don Luigi Sturzo fonda il PPI che segna il coinvolgimento diretto dei cattolici nella vita politica. Questo si propone come partito di massa, aconfessionale (il consenso non viene chiesto sulla base delle convinzioni personali di fede ma sulla condivisione di tale progetto politico proposto a tutti).Sturzo si differenzia dai:
• Socialisti, non condivide infatti la critica alla proprietà privata e la visione conflittuale tra classi sociali;
• Liberali, scarsa attenzione al decentramento del potere politico e disinteresse verso le miserie dei lavoratori.
I Fasci di combattimento. Il 25 marzo 1919 a Milano nasce il Partito di nome Fasci di combattimento il cui fondatore è Benito Mussolini.
inizialmente è piccolo gruppo politico con ideologia confusa e velleitaria che non attira l'attenzione pubblica.
Propongono: riforme sociali radicali: un minimo salariale, giornata lavorativa di 8 ore, gestione dell'impresa affidata anche a rappresentanti dei lavoratori, imposta progressiva sul capitale e diritto di voto alle donne;
In seguito però si sbarazzano del programma, i membri diventano aggressivi con condotte spesso violente verso socialisti e classe liberale (incendiano la sede del giornale socialista "Avanti").
Il difficile dopoguerra in Europa: riassunto
LA CRISI DEL DOPOGUERRA E IL BIENNIO ROSSO
La Russia aveva dimostrato che la rivoluzione era possibile e Lenin è deciso ad esportarla in tutta Europa.
Nel 1919 nasce la III Industriale e, sempre nello stesso anno si svolge il Congresso dell’Internazionale Comunista (COMINTER). Per entrare nella COMINTER bisognava:
a) sottomettersi al Partito Russo;
b) rifiutare ogni forma di sistema parlamentare democratico;
c) impegnarsi a portare avanti una rivoluzione.
In tutta Europa i Partiti Socialisti e Riformisti si spaccano per formare nuovi Partiti.
Il “biennio rosso”, che va dal 1919 al 1920, è un periodo di scioperi dove si iniziano ad ottenere delle concessioni, quali:
• aumento dei salari adeguati al costo della vita;
• ridistribuzione dei territori incolti ai contadini;
• riduzioni delle giornate lavorative a 8 ore (1920).
In Germania, gli intenti rivoluzionari (Lega di Spartaco) vengono sedati dall’esercito.