Il dopoguerra e il fascismo in Italia: riassunto

La crisi del governo liberale, il fascismo al governo, l'organizzazione della dittatura, la politica economica del fascismo e l'opposizione al fascismo (0 pagine formato doc)

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DOPOGUERRA E FASCISMO

Il dopoguerra e il fasismo in Italia.

Crisi economica
. Deficit del bilancio dello Stato (spese di guerra) Svalutazione della lira Aumento del costo della vita Aumento delle tasse CRISI SOCIALE: Delusione degli ex combattenti dopo la fine della prima guerra mondiale (mancata soluzione dei loro problemi) Malumore degli operai (aumenti di stipendio e rivendicazione sulla gestione delle fabbriche) Malumore della piccola borghesia (vita troppo cara per i magri stipendi) Disoccupazione soprattutto dei reduci Occupazione di terre Scioperi CRISI POLITICA: Lotta tra partiti di destra (nazionalisti) per come si era concluso il contratto di S. Germain e i partiti di sinistra (socialisti) che si erano opposti all'entrata in guerra dell'Italia.
CRISI DEL GOVERNO LIBERALE prime elezioni del dopoguerra. I socialisti ottengono 156 deputati, i popolari (cattolici) 100. Insieme hanno la maggioranza alla camera.

IL PRIMO DOPOGUERRA IN ITALIA E L'AVVENTO DEL FASCISMO

N. B. Il partito popolare che attualmente si chiama D.C. fu fondato da un sacerdote, don Luigi Sturzo, ne 1919. Esso segnò praticamente l'ingresso dei cattolici nella vita politica con propri rappresentanti. Il partito popolare era un partito di massa e aveva tra i punti fermi del suo programma: Politica interna: ampie libertà religiose e civili, riforma agraria e scolastica, leggi che proteggessero il lavoro. Politica esterna: contrarietà alle avventura imperialistiche. L'altro partito di massa, era il partito socialista il quale si era schierato contro la guerra e contro i responsabili dell'ingresso in guerra dell'Italia. In questa accusa aveva accomunato anche i soldati, sui quali, disorientati, alla fine della guerra farà presa la propaganda fascista. Il partito socialista inoltre era diviso in due correnti: Massimalista (rivoluzionaria) e Riformista (moderati). Lo scontro tra questa due correnti dopo il fallimento dello sciopero del 1920 diede vita, per opera di Antonio Gramsci e altri del P.C.I. [Partito Comunista Italiano (1921)]. Proprio per la paura dei comunisti, la classe padronale inizia a pensare seriamente di appoggiare il nascente movimento fascista.

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ITALIA DEL DOPOGUERRA

IL FASCISMO Si può dire che il fascismo nacque in primo luogo a causa della crisi del dopoguerra, ma soprattutto riuscì ad espandersi perché appoggiato dai reduci più arrabbiati e dal capitalismo industriale e agrario. fondazione dei Fasci di combattimento. Capo di questo movimento era Benito Mussolini (da ex socialista contro la guerra, aveva cambiato idea da poco tempo). Programma del movimento fascista: Abolizione del senato di nomina regia (i deputati erano eletti dal popolo; i senatori erano scelti dal re) Giornata lavorativa di 8 ore Assegnazione di terre non coltivate a cooperative di contadini Imposta straordinaria sul capitale Sequestro dei beni delle corporazioni religiose Scuola laica Avendo subito un grosso insuccesso nelle elezioni del 1919, i fascisti, per arrivare al potere cominciarono ad usare la violenza soprattutto nei confronti delle associazioni religiose ...