La famiglia romana
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La famiglia romana La famiglia romana Abbiamo pochissime fonti riguardo alla famiglia romana: non abbiamo attestazioni di componimenti in prosa o in poesia, ma solo sentenze di tribunali, epigrafi… Il padre aveva potest?ssoluta sui figli, come l'imperatore sui sudditi: la famiglia era la seconda pi?portante istituzione sociale.
Per famiglia si intende la linea di discendenza maschile e le sorelle nubili; quella che noi chiamiamo famiglia era indicata come domus, ma comprendeva anche servitori, schiavi e clienti. Cicerone prova a dare una scala di importanza: marito - moglie, figli - genitori, schiavi, parenti (poich?vevano un'altra domus) e amici. Il matrimonio inizialmente era solo cum manu (come sancito dalle XII Tavole): la ragazza passava direttamente dal padre al marito con tutta la dote. La dote si divideva in greca, che dava legittimit?l matrimonio, e romana, che serviva per gestire la domus. Le doti erano piuttosto modeste in generale, ma ve ne furono anche di altissime (es. Scipioni). Il divorzio poteva essere condotto solo per cattiva condotta del marito e della moglie, oppure, per?lo per il marito, se voleva ottenere quella parte di dote sancita in caso di scioglimento del matrimonio. Ci furono ovviamente provvedimenti contro questo tipo si azioni. Al momento del divorzio i figli stavano con il marito, quindi la moglie doveva versare una parte di dote per il loro mantenimento. Non sempre era il marito a comandare a casa: per evitare questo, al momento del matrimonio, l'et?issata era di 20-30 anni per gli uomini e 12-15 per le donne. Non sempre era l'amor (devozione e affetto) a tenere unito il matrimonio, bench?a moglie fosse legata, anche se vedova, a un solo marito. In et?ugustea si comincia a criticare il malcostume del divorzio: lo stesso Augusto promulg?cune leggi. Alternativa al matrimonio era il concubinato, che permetteva di non mescolare i patrimoni ed era in ogni modo lecito e accettato. I matrimoni scaturivano spesso da rapporti di onore tra marito e moglie. La donna aveva una certa importanza nella vita sociale e spesso non era ben visto un marito troppo autoritario e severo. Seneca paragona la famiglia allo Stato. I matrimoni avvenivano esclusivamente all'interno dello stesso ceto sociale. All'interno della casa, il ruolo della moglie era passato in mano agli schiavi: era sparita la figura della matrona. La donna sovrintendeva al lavoro degli schiavi e dirigeva la vita della domus, anche nei rapporti con le altre famiglie. Il tentativo di tornare alle usanze del mos maiorum di Augusto si concluse con un fallimento. I padri avevano la pater potestas sui figli, diritto di vita e di morte e di vendere i figli finch?l padre era in vita. Anche se lo Stato li riconosceva maggiorenni essi non occupavano ruoli importanti fino alla morte del padre. Se i figli si sposavano la moglie andava a vivere a casa del suocero. I figli su iuris avevano la pater potestas, le figlie la mater potestas (se non avevano figli maschi), che e