Dalla Seconda rivoluzione industriale alla Seonda guerra mondiale: riassunto
Riassunto di storia dalla Seconda rivoluzione industriale alla Seconda guerra mondiale (27 pagine formato doc)
DALLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Storia.
Rivoluzione industriale (Inghilterra 1750-1850). Cambiamento profondo dei modi di produzione e dei rapporti di lavoro. I contadini sono costretti a lasciare le campagne, perché si sfrutta la terra in modo sempre più razionale, passando dalle colture estensive a quelle intensive e i terreni vengono recintati (enclosures), eliminando così le terre comuni. Nascono gli imprenditori agricoli, che appartengono alla gentry, la quale è costituita da commercianti arricchiti. Di conseguenza i contadini affluiscono verso le città e si stabiliscono negli slums (bassifondi). Nelle città è quindi disponibile, anche grazie alle migliorate condizioni igieniche, sempre maggior manodopera, la quale viene impiegata nelle crescenti industrie. Proletariato: persone, che come unica ricchezza hanno la prole e quindi dispongono solo della forza lavoro.Seconda rivoluzione industriale: tesina di terza media
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, RIASSUNTO
SOCIALISMO: si propaga per l’Europa a partire dal 1830. Cause: rapporto di lavoro sperequato tra il capitalista (colui che possiede il capitale e i mezzi di produzione) e l’operaio, al quale viene dato solo un salario di sussistenza; alienazione dal lavoro per il fatto che l’operaio non è proprietario del lavoro finito, ma prevale il lavoro parcellizzato. Socialismo: movimento in difesa dei lavoratori sfruttati, che vuol promuovere una coscienza di classe. Ci sono vari rami del socialismo: i socialisti utopisti, che propongono soluzioni irrealizzabili, le quali si scontrano con la realtà di fatto. Si propongono gli Atelier nazionali, cioè fabbriche di proprietà dello Stato dove quello che si produce viene gestito dagli operai in maniera cooperativa.
CAUSE DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Tra i massimi esponenti del socialismo utopistico abbiamo Robert Owen , che voleva impostare i rapporti di fabbrica secondo razionalità, andando incontro alle esigenze degli operai. Questo socialismo è detto utopistico perché Owen, partendo dalla fabbrica, vorrebbe allargare le sue innovazioni alla società. Di questo ramo del socialismo fa parte anche Fourier, che critica l’organizzazione del lavoro, affermando che si deve andare incontro alle esigenze dei lavoratori permettendo a ciascuno di fare ciò che vuole. Il socialismo tecnocratico di Saint-Simon, il quale porta avanti il concetto di una società diretta da tecnici. Il socialismo rivoluzionario di Blanqui e infine il socialismo scientifico di Marx ed Engels, i quali criticano gli altri socialisti, che predicano un mondo migliore senza, però, far nulla per cambiare lo stato di cose. Liberismo: teoria secondo la quale bisogna dare libertà di azione al mercato, senza interventi da parte dello Stato ( contrario di protezionismo); i suoi principali teorici sono Ricardo e Maltus. Liberalismo: corrente di pensiero, che propone le libertà della Rivoluzione Francese, ma anche di Locke (nei Trattati sul Governo) e di altri filosofi giusnaturalisti (esistono al di là delle leggi positive delle leggi naturali, che limitano il potere del sovrano.