Storia del 1800: riassunto
Storia del 1800:la crescita demografica, Europa agricola, manifatture e commerci, rivoluzione dei consumi, guerra di successione spagnola, Russia di Pietro il Grande e la guerra del Nord, politica dell'equilibrio, guerra dei Sette anni e spartizione della Polonia, imperi coloniali europei (7 pagine formato doc)
STORIA 1800: RIASSUNTO
I progressi della vita materiale. La crescita demografica. Durante il 1800 la popolazione europea passò da 115-120 a 185-190 milioni d’abitanti, segnando un aumento del 60%, e guadagnandosi la definizione di “rivoluzione demografica”.
In relazione al regime precedente (che vide un’alternanza di crescita e diminuzione della popolazione) questo decisivo incremento si rivelò irreversibile e duraturo. Ma ancora più significativo è il confronto tra questo dato europeo e il resto del mondo: per tutto il 1700 il nostro continente costituì il 14% degli abitanti mondiali, salendo al 15% nel 1800 ed al 18% nel 1900, o anche più se si considerano gli emigrati verso le Americhe. Come l’Europa anche la Cina registrò un analogo aumento demografico.La crescita demografica europea è senz’altro una conseguenza della riduzione della mortalità, incentivata dalla progressiva scomparsa della peste che, dopo le ultime insorgenze manifestatesi tra il 1625 ed il 1668, smise di rappresentare un pericolo per l’Europa Occidentale. A questo proposito sono state avanzate tre ipotesi. La prima fa riferimento all’andamento ciclico della virulenza del bacillo stesso, interpretato forse dalla scienza medica europea che riuscì così a creare efficaci barriere contro la sua diffusione.
OTTOCENTO STORIA
La seconda riguarda le condizioni ambientali: sembra infatti che il clima caldo-umido favorisse la proliferazione del virus e che durante il 1700 ci sia stato un lieve raffreddamento dell’emisfero settentrionale, che interruppe quindi il trend precedente. La terza ipotesi esula e invalida le altre due riconoscendo una funzione decisiva alle difese sanitarie che si sarebbero contrapposte alla diffusione dell’epidemia, e a prova di ciò sta il fatto che essa colpì prevalentemente paesi in cui le autorità pubbliche non riuscirono a imporre misure di controllo.
Seppur la peste non costituì più un pericolo per l’Europa a partire dal 1670, la rivoluzione demografica si manifestò solamente a partire dal 1720-30. Ciò fa pensare che la diminuzione della mortalità non fu determinata esclusivamente dal debellamento del bacillo pestifero, ma anche dall’annientamento di malattie infettive ben più generali, dovuto forse a un miglioramento delle pratiche mediche e a una più diffusa educazione igienica. Un caso particolarmente complesso fu quello del vaiolo, che da solo costituì il 15% della mortalità totale, percentuale che sale se consideriamo la classe d’età maggiormente esposta: l’infanzia.
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CONTESTO STORICO 1800
La vaccinazione contro questo bacillo fu scoperta alla fine del Settecento dal medico inglese Edward Jenner, ma i primi effetti si ebbero nei primi decenni del XIX secolo, quando fu reso obbligatorio nei paesi maggiormente sviluppati. In realtà un primo tentativo di vaccinazione (che prevedeva l’inoculazione di sostanze infette) fu tentato già nella seconda metà del secolo, e come pratica preventiva ebbe successo: l’epidemia effettivamente non si sviluppò, ma non esistono dati sufficienti che testimonino la reale correlazione dei fenomeni. Al di là della lotta contro specifiche epidemie, più generalmente durante il Settecento si verificarono grossi progressi medico-sanitari, che si tradussero spesso in una maggiore attenzione all’igiene personale e alla distribuzione di acqua pura.