Campi di concentramento: cosa sono, funzione e persecuzioni naziste

Cos'è un lager nazista? Riassunto sulle funzioni, sulla vita dei deportati e sulle persecuzioni nei campi di concentramento (1 pagine formato txt)

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CAMPI DI CONCENTRAMENTO: COSA SONO

I lager nazisti. I campi di concentramento furono istituiti in Germania nel 1933, con l'avvento del regime nazista, di cui rappresentarono l'istituzione più caratteristica, inizialmente con lo scopo di "rieducare" i Tedeschi antinazisti: comunisti, socialdemocratici, obiettori di coscienza, ebrei, cattolici e protestanti.

Nello stesso tempo i custodi dei campi (dal 1936 le SS, che secondo l'ideologia nazista dovevano formare l'aristocrazia della razza tedesca) vi acquisivano le qualità richieste per divenire dei capi, agendo con brutalità e assuefacendosi a una completa insensibilità morale e a un perfetto automatismo nell'obbedienza.

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CAMPI DI CONCENTRAMENTO EBREI

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale (settembre 1939), i campi furono ampliati e moltiplicati per raccogliere uomini, donne e fanciulli evacuati dai paesi d'origine: toccò prima ai Polacchi, poi ai prigionieri di guerra russi, non protetti dalla convenzione di Ginevra, che l'URSS non aveva sottoscritto, infine agli appartenenti ai movimenti di resistenza di tutti i paesi dell'Europa occupata.

Al termine del conflitto gli internati appartenevano a venti differenti nazioni. Date le necessità dell'economia di guerra nazista, i campi divennero immense riserve di manodopera servile, priva di ogni diritto e continuamente rinnovabile, che fu impiegata in attività di ogni genere in tutte le regioni della "Grande Germania". A questo "sterminio mediante il lavoro", come venne definito al processo di Norimberga, si aggiunse assai presto lo sterminio sistematico delle razze considerate "inferiori" (ebrei, zingari e poi anche slavi) che fu chiamato, per gli ebrei, "soluzione finale", e praticato per mezzo di camere a gas e di forni crematori.

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CAMPI DI CONCENTRAMENTO: AUSCHWITZ

Da una ventina di grandi campi, distribuiti per la maggior parte in Polonia (Maidanek, Auschwitz, Birkenau, Stutthof) e in Germania (Dachau, Buchenwald, Oranienburg-Sachsenhausen, Flossenbürg, Bergen-Belsen Ravensbrück, Dora, Neu-Bremm, Neuengamme), ma anche in Austria (Mauthausen), in Boemia (Theresienstadt), in Alsazia (Natzwiller-Struthof) e nei paesi baltici (Kaunas, Riga), dipendevano centinaia di distaccamenti (o Kommandos) temporanei, di diversa consistenza numerica, che consentivano la più razionale suddivisione degli internati e la loro totale utilizzazione in ogni specie di lavoro. I campi dovevano formare mondi chiusi, sottratti in teoria agli sguardi delle popolazioni dei dintorni, precedentemente evacuate.

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VITA NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Venivano costruiti, spesso dai deportati stessi, non di rado in zone paludose o dal clima malsano e si presentavano come un insieme di baracche, lunghe una cinquantina di metri e larghe da sette a dieci, quasi sempre di legno; erano circondati da filo spinato percorso da corrente elettrica ad alta tensione e avevano torrette di sorveglianza disposte a intervalli regolari. Un grande spiazzo faceva da centro nevralgico del campo, in esso si tenevano gli appelli mattutini, avvenivano le pubbliche esecuzioni e si raccoglievano gli internati destinati ai Kommandos. All'esterno, in un raggio di parecchi chilometri, sorgevano le case occupate dalle SS e dalle loro famiglie.