La natura in giappone

L'atteggiamento del giappone nei confronti della naura (pag. 2, file word) (0 pagine formato doc)

Appunto di nappy
L'ATTEGGIAMENTO VERSO LA NATURA L'ATTEGGIAMENTO VERSO LA NATURA È affermazione costantemente ripetuta che i giapponesi siano vicini alla natura, attenti alle sue manifestazioni scandite nel tempo, protesi nello sforzo di comprenderne l'essenza intima.
Ma più che vicini alla natura, essi se ne ritengono parte integrante, riconoscendo anche entro se stessi un'anima "naturale" che è il diretto proseguimento, una semplice variazione, di quella dell'ambiente che li circonda. Tale consapevolezza porta a mantenere sullo stesso piano di considerazione l'elemento naturale e l'elemento umano, dove il riconoscimento dell'importanza del primo comporta anche la tacita accettazione della realtà del secolo. Il culto della natura ha radici antiche, nei tempi in cui essa era soprattutto sentita come una forza potente e spaventosa, e costituisce la base stessa del Scintoismo, la religione originaria del Giappone.
Questo credo religioso conferisce un'anima ad ogni componente dell'ambiente naturale e riempie quindi il mondo di Kami ovvero spiriti talvolta anche non benevoli, che richiedono venerazione in virtù del loro carattere superiore, ma mai trascendente. Il politeismo scintoista non ha bisogno di divinità tipicamente antropomorfiche, ma è circoscritto in una realtà dove gli animali, gli alberi, le rocce, l'acqua sono le abitazioni preferite di entità spirituali, i Kami appunto, che non si preoccupano di imporre un codice etico agli umani. Si deve quindi forse allo scintoismo il culto per la montagna, ritenuta il luogo per eccellenza del sacro oltre che la fonte inesauribile di indispensabili risorse materiali. Ad essa si corre per trovarvi un contratto più intimo con la divinità, intuire il significato della propria esistenza ed ottenere la purificazione dalle manchevolezza umane. Si riporta nella storia che già intorno al IV secolo nei boschi venivano costruiti dei santuari dedicati a diversi dei, riconoscendo così alcune località come più adatte ai riti del culto animistico ed indicando la loro qualità di sacrario con la collaborazione all'ingresso di un Torii, ovvero un grande portale solitamente in legno. Uno dei santuari più antichi, risalente al III-IV secolo, quando appunto la montagna stessa era venerata come divinità e la foresta era sacra ed inviolabile, è quello del monte Miwa, nella prefettura di Nara. Vi si trovano un recinto sacro definito da alte criptomerie che potrebbe essere individuato come l'archetipo di giardino e la composizione di rocce scure (Iwakura) affioranti dal monte Miwa, sparse tra gli alberi, anch'esse circondate da recinzioni costruite semplicemente da corde di paglia su cui sono appese offerte di carta bianca ben ripiegata. Tra il IX e il XII secolo i luoghi di adorazione scintoisti si popolano di templi buddisti, occupando le aree sacre con opere dell'uomo che però non si sovrappongono brutalmente a quelle naturali, bensì si inseriscono rispettosamente fra di esse nell'ambizione di un perfetto connubio. La visione della natu