La prima guerra mondiale nelle colonie: ricerca

Ricerca sulle fasi della prima guerra mondiale nelle colonie delle grandi potenze mondiali coinvolte nel conflitto (1 pagine formato doc)

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PRIMA GUERRA MONDIALE NELLE COLONIE

La prima guerra mondiale nelle colonie.

Nel 1914 l’Africa è l’unico continente in cui le potenze belligeranti si confrontino a partire da possedimenti territoriali consistenti. Dopo la grande spartizione della fine del secondo precedente, l’Africa è suddivisa prevalentemente tra le potenze imperialiste europee. L’Impero ottomano ha perso, a favore dell’Italia, l’ultimo suo possedimento africano con la guerra di Libia nel 1911-1912, segno della sua progressiva disgregazione nell’area mediterranea (cominciata con la perdita dell’Egitto, proseguita con le guerre balcaniche e poi conclusa nei territori del Medio Oriente, divenuti alla fine del conflitto mondiale protettorati francesi e inglesi).

TEATRO AFRICANO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Unico grande Stato africano indipendente resta l’Impero etiopico, che tuttavia è stato privato dell’Eritrea da parte dell’Italia. In Africa i francesi dominano il Maghreb, il Madagascar e l’Africa occidentale ed equatoriale (dal Senegal al Sahel e al Congo francese, con alcune enclaves tedesche come il Togo e il Camerun o inglesi come il Gambia, la Sierra Leone, la Costa d’Oro e la Nigeria).

I belgi hanno solo un grande possedimento nell’Africa equatoriale, il Congo Belga. L’Impero britannico controlla direttamente o indirettamente la fascia di territori che girano ad ovest dell’Etiopia, a patire dal mar Mediterraneo fino all’oceano Indiano (dall’Egitto fino all’Africa orientale britannica, cioè al Kenya). In più, a cavallo del Mar rosso e del golfo d’Aden nel Corno d’Africa, gli inglesi, insieme agli italiani, amministrano la Somalia.
Nell’Africa subequatoriale e australe, dopo la guerra angloboera (1899-1902), l’Inghilterra possiede un’ampia fascia di dominions sudafricani, all’interno delle aree controllate sulla costa dai tedeschi (Africa orientale e sudoccidentale tedesca) e dai portoghesi (Angola e Mozambico).
È evidente che, allo scoppio delle ostilità in Europa, la distribuzione a macchia di leopardo e l’isolamento dell’impero coloniale tedesco non potevano che svantaggiare il Reich, la cui posizione in Africa era territorialmente del tutto residiale e interstiziale rispetto a quella delle potenze alleate giunte prime nella corsa alla colonizzazione (in particolare Francia e Gran Bretagna), con le quali si sarebbero schierate di fatto tutte le colonie africane, seguendo le scelte dei Paesi metropolitani (Belgio, Italia, Portogallo).

L'Italia dopo la prima guerra mondiale: riassunto

COLONIALISMO PRIMA GUERRA MONDIALE

I domini tedeschi nel continente africano, ormai in concreto isolati dalla madrepatria, vengono infatti strappati uno dopo l’altro al Reich da inglesi e francesi; subito il Togo; poi nel 1915 l’Africa sudoccidentale (ai tedeschi si associano però i ribelli boeri); nel 1916 il Camerun; solo l’africa orientale tedesca, sotto la sapiente guida militare del generale von Lettow-Vorbeck, resiste fino al 1918. Nelle operazioni vengono utilizzati, dalle due parti, reparti coloniali di colore, anticipando la partecipazione massiccia delle truppe senegalesi alla guerra in Europa, sul fronte francese.
Una situazione analoga a quella africana si viene a creare nei domini tedeschi delle isole dell’oceano Pacifico a nord della Nuova Guinea, isole solo in parte controllate dalla debole flotta tedesca e perse fin dai primi mesi di guerra (settembre-ottobre 1914), come nel porto franco e concessione tedesca della provincia cinese di Shandong, passata dopo la fine del conflitto al Giappone, che si era schierato fin dall’inizio con l’Intesa.