Il progresso tecnologico: tesina

Il progresso tecnologico nel periodo della prima rivoluzione industriale e l'importanza dell'istruzione nel raggiungimento di tale progresso: tesina (5 pagine formato doc)

Appunto di animambulante

IL PROGRESSO TECNOLOGICO: TESINA

Il progresso tecnologico.

La meccanizzazione e l’industrialismo furono resi possibili da una serie di innovazioni tecnologiche che trasformarono radicalmente le consuete modalità di lavorazione e di produzione.
Il processo di industrializzazione prese avvio nel settore tessile, in particolare nella lavorazione del cotone.
Il cotone venne importato in grandi quantità dall’India, per produrre tessuti resistenti e, al contempo, poco costosi.
L’industria tessile tradizionale, in Inghilterra, era quella della lana; ciò nonostante la meccanizzazione si generalizzò con la lavorazione del cotone,    una fibra più adatta alla lavorazione meccanica. Il cotone è infatti una fibra vegetale che, a differenza della lana, fibra animale mutevole, è maggiormente salda e resistente nel trattamento.

Le innovazioni che hanno cambiato il mondo: tesina di maturità

IL PROGRESSO TECNOLOGICO: TESINA TERZA MEDIA

L’abbondanza del cotone, e la crescita della domanda di prodotti tessili (determinata quest’ultima dall’aumento demografico e del reddito medio), stimolarono la ricerca di mezzi tecnici migliori, in grado di perfezionare la lavorazione, rendendola sempre più veloce e regolare.
Le innovazioni, introdotte a opera di abili artigiani-tecnici, avvennero con una sequenza “a botta e risposta”.

Ogni accelerazione introdotta in una fase del processo di fabbricazione infatti, sottoponeva a un enorme sforzo i fattori di produzione delle altre fasi, favorendo in tal modo ulteriori trasformazioni per riparare lo squilibrio.

Le nuove tecnologie: tema svolto

TESINA SUL PROGRESSO SCIENTIFICO

Per comprendere questo, è utile distinguere le varie fasi di produzione tessile:
1)    PREPARAZIONE DELLA MATERIA PRIMA
2)    FILATURA
3)    TESSITURA
4)    FINITURA
John Kay, nel 1733, brevettò la “navetta volante”.
Questo nuovo strumento permetteva di migliorare la fase di tessitura, riducendone i tempi di lavorazione. Proprio il miglioramento di una fase però, ebbe l’effetto di aumentare uno squilibrio già grave.
Ancora prima dell’introduzione della navetta di Kay infatti, la fase di filatura era molto più lenta della tessitura.
I tempi di filatura dovevano necessariamente essere abbreviati.
E’ evidente quindi, che un’innovazione ne causa altre, che a loro volta rendono necessarie altre trasformazioni tecniche, in una catena che sembra non avere mai fine.
Il problema dello squilibrio fra i tempi di tessitura e filatura furono risolti da una serie di congegni per filatura: le macchine cardatrici di Lewis Paul e di John Wyatt, il filatoio meccanico, detto jenny, di James Hargreaves, il filatoio idraulico a lavoro continuo (il water-frame) di Richard Arkwright e il filatoio di Samuel Crompton, chiamato anche mula, perché combinava alcune caratteristiche della jenny e del filatoio idraulico.
La mula  prodotta  dall’incrocio delle due precedenti consentiva di tessere un filo sottile e al contempo robusto.