Riassunto sulla Germania di Bismarck
La guerra franco-prussiana, il governo e le politiche estere di Bismarck, la Francia della Terza Repubblica (3 pagine formato doc)
GERMANIA DI BISMARCK
Storia.
La guerra franco-tedesca: osservazioni su Bismarck. Dopo il compromesso tra la Prussia l’impero Austro-Ungarico del 1866-67, che fece seguito alla guerra Austro-Prussiana, Napoleone III, interviene per sostenere l’indipendenza della neonata Germania del Nord per evitare di essere circondato dai Tedeschi. Qualche anno dopo, nel 1870, la Prussia, con il sostegno della Germania del Nord e anche della Germania del Sud, si alleano in ottica anti-francese, inseguendo il fine dell’unificazione. Questa alleanza era voluta dall’alto e non da movimenti popolari democratici.Nel frattempo, viene offerto a Leopoldo di Hohenzollern, parente del re di Prussia Guglielmo I, il trono di Spagna, rimasto scoperto. I Francesi, mossi da una nuova spinta nazionalista fomentata da Napoleone III, insorgono e Leopoldo rifiuta l’offerta per non compromettere gli equilibri internazionali. È rilevante, in questo avvenimento, l’intervento dell’opinione pubblica francese, che in questo secolo inizia ad avere in tutta Europa un’influenza crescente nel condizionare gli eventi politici. A questo punto, la Germania ricerca un pretesto per scatenare una guerra contro la Francia: Guglielmo I riceve a Ems un diplomatico francese inviato a chiedere informazioni riguardo alla successione al trono spagnolo. Il diplomatico chiede a Guglielmo di garantire una neutralità della Prussia nei confronti della Francia, ma il re rifiuta e informa Bismarck dell’accaduto; Bismarck, manovrando questa informazione, emette un dispaccio dicendo che il diplomatico è stato cacciato dal re prussiano. La Francia reagisce, offesa dal Dispaccio di Ems, e dichiara guerra alla Prussia, realizzando così il piano ideato da Bismarck.
La politica estera di Bismarck: riassunto
BISMARCK CANCELLIERE
La guerra ha breve durata: a settembre, Napoleone III viene sconfitto a Sedan e imprigionato. La sconfitta contro i Tedeschi fa sì che, in Francia, sorga la Terza Repubblica. Sul fronte tedesco, la vittoria ha il suo effetto nella creazione del Secondo Reich. Il 18 gennaio 1871, viene dichiarato l’Impero e Guglielmo I viene proclamato Primo Kaiser di Germania: il titolo comprende la dicitura “ di Germania” e non “dei Tedeschi”, dal momento che mancava ancora un’unità culturale di tutti i popoli tedeschi. L’Impero assume una struttura apparentemente federalista, mentre in realtà c’è un potere centrale autoritario e di stampo conservatore.
La Francia, in seguito alla sconfitta, deve pagare una pesante indennità di guerra alla Germania, che, per garantire il pagamento, occupa anche il territorio francese con alcune truppe; inoltre, cede alla Germania l’Alsazia e la Lorena, territori economicamente importanti che ripasseranno alla Francia dopo la I Guerra Mondiale. Questa sconfitta crea nei Francesi un sentimento di rivincita, di vendetta contro i Tedeschi, il cosiddetto Revanscismo, che spinge la Francia a pagare subito le indennità dovute ai nemici e a reclamare, molti anni dopo, immediatamente i territori persi in questa occasione. In un certo senso, questo sentimento nasce con la battaglia di Bouvines del 1214, dove però era stata la Francia a prevalere.
BISMARCK UNIFICAZIONE TEDESCA
L’unificazione tedesca crea, quindi, un nuovo impero autoritario e conservatore in Europa; questo va a minare l’ordine stabilito nel Congresso di Vienna, in cui si era deciso di non far rinascere il Sacro Romano Impero e di frammentare i territori tedeschi, creando un Centro Europa debole. Ora, questa zona è occupato da un impero autoritario e dalle aspirazioni belliciste, la cui potenza è notevole anche in campo economico. Un’altra questione che si apre in seguito a questi eventi riguarda le modalità con cui è avvenuta questa unificazione: nei casi precedenti, come quello italiano, l’idea di nazione andava di pari passo con quella di libertà, mentre, nella situazione tedesca, tutto è stato pianificato e messo in atto solo dalla classe dirigente conservatrice. I privilegi conquistati con l’unificazione, quindi, non vanno a beneficio dei borghesi, ma favoriscono gli Junker, l’aristocrazia terriera che era già predominante nel Regno di Prussia e mantiene un ruolo di primo piano anche nell’Impero Tedesco. La borghesia imprenditoriale subisce il conservatorismo filo-aristocratico e non riesce ad emergere e a portare le innovazioni che, nel frattempo, si stanno diffondendo in tutta Europa; questa è una delle cause che contribuirà, in periodi successivi di pesante difficoltà economica, all’emergere di movimenti autoritari e nazionalisti basati sulla volontà di potenza.
La Germania, dunque, diventa il punto di riferimento di un sistema economico e industriale moderno, mentre dal punto di vista sociale resta diversi passi indietro rispetto alle altre potenze europee, in cui il ceto medio aveva guadagnato nel tempo diritti, libertà e democrazia.